La bellezza è negli occhi di chi contempla

Venerdì della settimana della V domenica dopo Pentecoste

Venerdì della settimana della V domenica dopo Pentecoste

Luca 8, 26-33
In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe.

 

 

Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!».

 

Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti.

 

 

Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. E lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso.

 

Vi era là una grande mandria di porci, al pascolo sul monte. I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise. I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò.

Nel Vangelo di oggi, Luca ci racconta dell’incontro di Gesù con un uomo posseduto del demonio e ci sono alcuni dettagli che, a prima vista, possono sembrare particolari e strani, ma tutto poi trova senso nella logica del Signore.
 
Prima di tutto, l’uomo posseduto dai demòni che non viveva come un uomo ma abitava in mezzo ai morti, senza né casa né vestiti, non appena vede Gesù gli si getta ai piedi e lo prega. E’ singolare vedere come un demonio “preghi” Gesù e si prostri a Lui.
 
Anche la reazione di Gesù, però, è particolare: gli chiede semplicemente qual è il suo nome. Avrebbe potuto scacciarlo, allontanarsi da lui e invece si interesse a quest’uomo. Gesù si interessa ai buoni, così come si interessa ai peccatori.
 
Infine, anche il nome dell’uomo indemoniato è particolare: è una parola latina “legione”. La legione romana era un corpo dell’esercito molto numeroso, formato da seimila soldati. Quindi, anche il nome dell’uomo indemoniato rievoca il male, la guerra. Eppure quest’uomo che rappresenta il male continua a pregare il Signore, che alla fine gli concede ciò che gli viene chiesto, ossia di entrare nei porci. E la mandria di porci si butta nel lago.
 
E noi siamo capaci di guardare con amore e attenzione anche a chi ha compiuto qualche torto nei nostri confronti? Siamo capaci di riconoscere il male che abita in noi e pregare il Signore perché ce ne liberi? Siamo capaci di vigilare sulle insidie del male?
Papa Francesco ci dice che di fronte al mistero del male,
“siamo chiamati a spalancare la porta del nostro cuore alla Parola di Dio. Il male insidia anche la nostra vita e richiede da parte nostra vigilanza e attenzione perché non prevalga.
Il Libro della Genesi dice che il male è “accovacciato davanti alla nostra porta”. Guai a noi se lo lasciamo entrare; sarebbe lui allora a chiudere la nostra porta a chiunque altro.
Siamo invece chiamati a spalancare la porta del nostro cuore alla Parola di Dio, per diventare così suoi figli”.
 
Oggi facciamo nostra questa preghiera e spalanchiamo la porta del nostro cuore all’amore del Signore.
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