La bellezza è negli occhi di chi contempla

Lo zaino…la nostra àncora di salvezza

Lo zaino…la nostra àncora di salvezza

Lo scautismo punta molto sul passare alcuni messaggi attraverso degli oggetti, con delle metafore più o meno lampanti. E quando abbiamo letto il passaggio della “Laudato sii” in cui Papa Francesco parla del desiderio degli uomini di riempire il cuore che viene però soddisfatto nella nostra società dei consumi con l’accumulo e l’acquisizione di oggetti (paragrafo 204 “Puntare su un altro stile di vita”), a noi, Clan Cruzeiro Do Sul di Induno Olona, è subito venuto in mente il nostro zaino.

Dovete sapere che per uno scout , che sta per partire per un campo mobile, lo zaino è più che un semplice strumento, è la sua àncora di salvezza.

Uno zaino per un campo mobile deve più o meno pesare 15 Kg, ma non sono rari i casi in cui questo peso viene sforato. Dentro a quello zaino devono starci tutti gli oggetti di cui potresti aver bisogno nell’arco della settimana di campo che ti si presenta davanti, tenendo conto delle situazioni climatiche avverse, delle problematiche che potresti incontrare durante il cammino.

Uno scout può trovarsi di fronte a due problemi, quando prepara uno zaino: il primo rischio è quello di essere assalito dall’ansia e dalla paura e perciò di portare anche oggetti non necessari; il problema in questi casi è che ogni oggetto superfluo è peso sulle spalle, che nel cammino rende difficile proseguire e contribuisce a rendere molto più faticoso un percorso che già di per sé non è una passeggiata di piacere, diciamo; il secondo rischio è quello di cercare di alleggerire molto lo zaino non portando con sé molte cose; in questo caso la leggerezza dello zaino è certamente piacevole, ma se nel momento del bisogno fossi sprovvisto di ciò che ti servisse la situazione diverrebbe ancora più disagevole.

Un altro aspetto importante è come cambia il modo di fare lo zaino nel corso degli anni: all’inizio prepari il tuo zaino, con le tue cose, e lo prepari per te solo; ma crescendo, si impara a far conto anche sugli altri, mettendosi d’accordo tra componenti del clan: per fare un esempio, l’ultimo campo volevamo prepararci il caffè dopo pranzo (qualcuno di noi, me incluso, è un po’ dipendente da caffeina, ahinoi) e così ci siamo accordati per portare tutto l’occorrente: uno ha portato la moca, uno il caffè, un altro lo zucchero e così via.

Ognuno impara ad affidare all’altro una parte di ciò che gli serve, così come sa che, se l’altro dovesse avere bisogno, deve sempre essere pronto a condividere ciò che ha nello zaino. Si supera così un altro degli ostacoli della società attuale elencati da Papa Francesco: l’egoismo collettivo, che viene sostituito da un altruismo collettivo. Dunque, ciò lo zaino diventa un po’ una metafora della nostra vita: dobbiamo imparare ad essere “Essenziali”, fuggendo l’egoismo e l’eccesso, senza però dimenticare ciò che è davvero utile, e ricordando che possiamo in qualsiasi momento appoggiarci l’uno all’altro, come fratelli.

Alessandro

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