In questi giorni siamo tutti scossi dalle notizie della guerra in Ucraina e abbiamo tutti sentito dire che questa guerra, oltre alle devastanti conseguenze in termini sociali e di vite umane, avrà molti impatti negativi anche qui a casa nostra. Questo è facilmente intuibile se pensiamo a coloro che scappano dall’Ucraina e dovranno trovare accoglienza in Italia e negli altri Paesi europei. Un altro impatto che però sentiremo, o meglio stiamo già sentendo, è quello sugli aspetti energetici.
Siamo tutti abituati ad avere energia in abbondanza, sia l’energia termica (quella che permette di riscaldare le nostre abitazioni, uffici, scuole) che l’energia elettrica. Sarà capitato a tutti di rimanere per qualche ora senza elettricità a causa di un black-out o senza riscaldamento per un problema alla caldaia, e in quelle occasioni abbiamo fatto esperienza di quanto sia fondamentale nella nostra vita l’energia. Senza energia siamo al freddo, e rischiamo di ammalarci, se è buio non possiamo accendere la luce, non possiamo ricaricare cellulare e computer, e non possiamo nemmeno utilizzare internet!
Ma cosa c’entra tutto questo con la Russia? Per rendercene conto basta pensare che, secondo i dati dell’International Energy Agency, nel 2020 i consumi elettrici di tutta l’Italia sono stati soddisfatti per il 40% grazie al gas. Oltre a questo il gas viene utilizzato per riscaldare la stragrande maggioranza delle abitazioni italiane, tramite le caldaie. Di tutto questo gas che utilizziamo oggi in Italia, circa il 38% viene importato dalla Russia e questa percentuale equivale a oltre 25 miliardi di metri cubi di gas all’anno importati dalla Russia.
Cosa potrebbe accadere quindi? Innanzitutto, se il conflitto dovesse aggravarsi, la Russia potrebbe decidere di ridurre la fornitura di gas ai Paesi europei (alcuni analisti dicono che la Russia compenserebbe questa riduzione di fornitura all’Europa, fornendo una maggior quantità di gas alla Cina e non avendo così perdite economiche). Oltre a questo l’inasprimento delle relazioni con la Russia e l’instabilità del mercato del gas, potrebbe portare ad un aumento dei prezzi delle materie prime energetiche e quindi delle nostre bollette di luce e gas. E molti di noi lo stanno già sperimentando con l’arrivo delle bollette degli ultimi mesi…
Ma perché l’Italia non rinuncia al gas e utilizza solamente le fonti rinnovabili? Purtroppo, ad oggi, per la struttura fisica della rete elettrica nazionale italiana non è possibile avere una produzione elettrica basata al 100% sulle rinnovabili in quanto queste non sono controllabili né programmabili (non possiamo decidere quando “accendere” il sole o far alzare il vento) e quindi è necessario avere delle centrali di produzione che possano sopperire ad eventuali picchi di richiesta o squilibri. E le centrali che fanno questo tipo di servizio sono proprio le centrali alimentate a gas.
Quindi, cosa possiamo fare noi?
Innanzitutto possiamo impegnarci, dove possibile, a ridurre di 1°C la temperatura nelle nostre abitazioni o ad accendere un’ora in meno il riscaldamento, dato che è stato dimostrato che se tutti facessimo questa azione consumeremmo il 5% in meno di gas.
E poi possiamo fare attenzione a utilizzare gli elettrodomestici la sera, quando c’è una minore richiesta da parte di aziende ed uffici, aiutando quindi a limitare i picchi di richiesta e quindi l’utilizzo delle centrali a gas.
Possiamo poi fare scelte più consapevoli, come scegliere contratti con i nostri fornitori di energia che si basino su fonti rinnovabili o scegliere caldaie e impianti di riscaldamento più efficienti (come ad esempio le pompe di calore), anche se questo spesso richiede una piccola spesa in più.
Ed infine possiamo fare i tanti piccoli gesti di attenzione che conosciamo, come spegnere le luci e il computer quando non ci serve, far partire lavastoviglie e lavatrice solo quando sono a pieno carico e anche fare le scale anziché prendere sempre l’ascensore.
Serviranno queste piccole azioni?
Forse l’impatto di queste azioni sarà limitato rispetto ai grandi numeri delle importazioni del gas russo e all’enormità della guerra, ma certo rappresenteranno una presa di posizione collettiva e ci porteranno ad una nostra crescita personale. Oltre a questo, poi, se potessimo limitare il consumo di gas, ridurremmo anche le emissioni inquinanti e potremmo così prenderci cura del creato, già duramente ferito a causa della guerra.
Francesca
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