La bellezza è negli occhi di chi contempla

Giovedì della settimana della Domenica che precede il martirio del Precursore

Giovedì della settimana della Domenica che precede il martirio del Precursore

Mt 11, 7b. 11-15

In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

 

 

Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

 

#veroProfeta #piccolissimo

Nell’edizione della Sacra Bibbia della Cei che ho tra le mani il cap.11 del Vangelo di Matteo riporta un titolo significativo a partire dal versetto 7: “Elogio del Battista”.
La liturgia ambrosiana ci accompagna verso un tempo liturgico scandito a partire dal martirio dello stesso Giovanni Battista, ponendo davvero in gran luce questa figura singolare; ma ancora più singolare è il rapporto che lega il “precursore” e il Messia. E le parole che Gesù riserva a quest’uomo parlando di lui con profonda ammirazione, rivelano i sentimenti che non credo abbiano molto a vedere con il legame parentale.

Mi ha colpito un intervento di Don Paolo Alliata che affermava come Gesù, dopo aver iniziato a scorgere i segni della sua vocazione mentre si trova a confrontarsi da ragazzino dodicenne coi dottori del tempio di Gerusalemme, custodisce e coltiva in sé questo germoglio, come un pungolo dentro al cuore che gli fa intuire a cosa è chiamato: ci metterà vent’anni prima di iniziare la sua missione e dare forma a quel germe iniziale che maturava nel suo animo purissimo.

Proprio la fama del Battista, le sue parole, il suo entusiasmo che invita alla radicalità delle scelte per convertire la vita, scuotono Gesù incendiando definitivamente la fiamma che gli arde nel cuore e lo spinge nel mondo, sulle strade della sua gente, donando tutto se stesso fino alla fine.

E’ un’interpretazione convincente, almeno per me, che mi dimostra come il vero profeta diviene la freccia che indica il percorso, che indica chiaramente chi seguire, spostando l’attenzione da sè per volgerla verso la Luce vera, fino a farsi piccolissimo, fino a scomparire.

Paragonando Giovanni ad Elia, Gesù richiama a chi lo ascolta lo zelo coraggioso che lo caratterizza.

Attualizzando questo brano, penso che possiamo considerarci immersi in un tempo nel quale la “violenza contro il regno dei cieli” non può considerarsi sopita, al massimo celata dietro correnti di pensiero subdole che giocano a confondere chi si accontenta di una fede “da immaginetta” (come dice Papa Francesco).

Abbiamo bisogno più che mai di grandi profeti ma soprattutto di avere uno sguardo attento per riconoscere chi vive unito a Cristo, e “orecchi per intendere” e non lasciarci fuorviare da chi urla più forte!

– Sono capace di discernimento per capire chi mi indica la strada verso Cristo?

– Ho incontrato nella mia vita dei veri profeti?

In te, Signore, mi sono rifugiato.
Tendi a me il tuo orecchio,
vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.

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