La bellezza è negli occhi di chi contempla

All’inizio di Quaresima: prima Domenica

All’inizio di Quaresima: prima Domenica

Mt 4, 1-11

In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.

 

 

Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane».

 

Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».

 

 

Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».

 

 

Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».

 

Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

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Intanto sembra vivo il ricordo della Quaresima vissuta 3 anni fa in pandemia e da allora una cosa mi è chiarissima: in quaresima non ci è chiesto di aggiungere impegni ma cercare l’essenziale; non eseguire dei riti ma liberare il cuore da pratiche insulse che ci occupano la settimana e vivere la vita in cammino verso/con Dio.

E questo mi pare sia il significato del luogo della prima tentazione raccontato dal Vangelo di oggi: il deserto.

Gesù ha vissuto 40 giorni e notti nel deserto, ha rivissuto il suo esodo, come aveva fatto il popolo nella prima Alleanza. Ha dovuto provare il suo cuore per capire se viveva da figlio: sono le parole del tentatore all’inizio del suo discorso “se tu sei Figlio di Dio”.

Il luogo della seconda tentazione è la città santa: Gerusalemme, terra promessa e dimora del popolo insieme a Dio, il Tempio. Gesù è portato nel punto più alto. Forse gli viene chiesto quale è la sua idea di Dio, dove sta il punto più intimo della sua relazione con Dio.

E similmente vale anche per il luogo della terza tentazione: un monte altissimo, forse questa volta non come solo luogo di incontro con Dio, ma come punto di osservazione sul mondo. Qui è in gioco la relazione Dio-umanità. Che Figlio di Dio sarà Gesù? Potente? Appunto, Dio potrebbe essere visto come Colui che domina dall’alto, esercita il suo potere su di noi, decide e stabilisce ogni cosa, si fa vanto della sua gloria.

Invece, sappiamo bene come Gesù manifesterà la sua gloria piena sul trono della Croce e “servendo” per tutta la sua vita. Qui risponde al tentatore citando la Bibbia a sua volta, ricordandoci 3 cose importantissime:

-il cibo ci nutre e ci tiene in vita, è un bene essenziale. Ma la Parola di Dio è Vita vera; il pane che Lui darà da mangiare sarà ben più della manna o di quello moltiplicato: è la Sua stessa Vita.

-Dio non risponde alle nostre richieste capricciose, ma risponde con bontà paterna al nostro bisogno di salvezza

-solo Dio merita il nostro amore e la nostra adorazione (ad-orare= portare alla bocca, baciare). Il cuore e la bocca dovrebbero essere rivolti a Lui.

Gesù risponde con la fedeltà all’Alleanza antica, portando a compimento nella sua vita quello che al popolo non era venuto bene, come ci ricorda anche la seconda lettura (2 Corinzi 5,18 – 6,2) che in pochi versetti pone cinque volte la parola “riconciliare”.

 

E allora rileggiamoci bene il brano di Isaia della prima lettura (Isaia 58,4-12), perché lì è spiegato il significato vero del digiuno che il Signore ci chiede: aprire il cuore al misero (ovvero MISERI-CORDIA), dividere il pane con l’affamato, accogliere, ospitare…dopo aver tolto dalla nostra condotta giornaliera il “puntare il dito, opprimere, parlare empio”.

Mi pare proprio un “programma quaresimale” tosto, altro che “calendario parrocchiale”….

 

Mi chiedo allora di cosa mi nutro giornalmente e cosa alimenta la mia vita in profondità, se la Tua Parola, Signore o altre cose; mi chiedo se pretendo da Te quello che vorrei o se sono davvero disposta a mettermi a servizio Tuo e di chi ha bisogno; mi chiedo cosa mi sta davvero a cuore e a chi apro il mio cuore. Aiutami ad ascoltare la Tua Parola di Vita, la sappia comprendere e mettere in pratica, un pezzo alla volta ogni giorno, cercando l’essenziale e togliendo il superfluo, vivendo non nel deserto vuoto di nulla, ma nella vita in famiglia, sul lavoro, nelle relazioni, “ricca” di Te.

“Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” A tutti buon cammino con/verso Dio!

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