Gv 6,63b-71
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita.
Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non
credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a
me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?».
Gli rispose Simon Pietro:
«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo
di Dio».
Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!».
Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.
#amore
Il Vangelo di oggi mi sembra scaturire come un filo diretto dalla liturgia della V domenica di quaresima che metteva al centro l’amore.
Quell’amicizia intima e confidenziale che Gesù coltivava con Lazzaro e le sue sorelle, quell’amore di Dio che tutta la notte aveva faticato per preparare il Mar Rosso al passaggio degli Ebrei, quell’amore di Dio per il suo popolo (Prima lettura di oggi) che si svela a Giuseppe attraverso dei sogni.
Anche quella narrata dall’evangelista Giovanni è una storia d’amore.
Gesù ci ha donato parole che sono spirito e vita, ma alcuni ancora (nonostante la condivisione quotidiana con Gesù) non credono. Allora Gesù, con tono deciso, ma nello stesso tempo compassionevole, chiede loro: “Volete andarvene anche voi?”.
Gesù ci pone davanti a noi stessi e ci ama talmente da non aver paura di un nostro eventuale rifiuto: vogliamo andarcene anche noi? Siamo stati accarezzati dalla Grazia della fede, magari fin dall’infanzia, siamo stati scelti per stare con Lui: cosa vogliamo fare ora? Come ci comportiamo quando non capiamo la via scelta dal Signore per noi, quando non accettiamo ciò che la vita ci propone, quando proprio non riusciamo a comprendere e abbracciare le sofferenze del
mondo che ci causano profonda delusione? Anche in noi può nascere quello spirito di profonda divisione, che pulsava nel cuore di Giuda, impedendogli di fidarsi.
La preghiera che vorrei fare oggi allo Spirito è quella di darci la forza di far risuonare sempre in noi la risposta di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”.
Talvolta è la risposta di un abbandono fiducioso, di una fede autentica, che ha intuito che la vita con Gesù è gioia piena, talvolta può essere il grido di chi è disperato e chiede – come Giona – “perché proprio a me Signore”, ma urlando la sua rabbia sta comunque credendo che “Lui solo ha parole di vita eterna”.
Dall’omelia di Papa Giovanni Paolo II, Tor Vergata (GMG 2000)
“Ti rendiamo grazie, Padre nostro,
per la vita e la conoscenza
che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo.
A Te gloria nei secoli!
Come questo pane spezzato
era sparso qua e là sopra i colli
e raccolto divenne una sola cosa,
così si raccolga la tua Chiesa nel tuo regno
dai confini della terra …
Tu, Signore onnipotente,
hai creato l’universo,
a gloria del tuo nome;
hai dato agli uomini il cibo
e la bevanda a loro conforto,
affinché Ti rendano grazie;
ma a noi hai donato un cibo
e una bevanda spirituale
e la vita eterna per mezzo del tuo Figlio …
Gloria a Te, nei secoli!” (Didaché 9, 3-4; 10, 3-4).
Amen.
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