Gv 3, 1-7
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò dal Signore Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui».
Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?».
Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto»
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Nella pagina di oggi incontriamo la figura di Nicodemo, un fariseo che è alla ricerca della Verità e che riconosce Gesù come Maestro venuto da Dio, sebbene non si voglia esporre pubblicamente: infatti lo incontra di notte.
La notte, il tempo delle riflessioni, quando i perché e le domande esistenziali si fanno più impegnativi e chiedono di andare in profondità per trovare il senso della nostra vita. Nicodemo non si accontenta, è un uomo che vuole andare alla radice delle cose, ma si trova spiazzato quando Gesù gli dice che dovrà rinascere dall’alto.
La reazione di Nicodemo è fortemente umana, è la nostra stessa replica di fronte alle situazioni della vita che ci sembrano senza senso, alle sofferenze che ci appesantiscono il cuore. Ci sentiamo messi all’angolo senza capire il perché di ciò che ci accade. La tentazione forte è lasciare spazio all’indifferenza e alla disperazione.
Come ci annuncia il salmo 138 “Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua
presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti”.(138,7-8) è proprio lì che il Signore ci viene a cercare per annunciare un annuncio di Resurrezione: laddove siamo vinti dalle nostre paure e dalle nostre frustrazioni giunge una Parola Nuova che offre un orizzonte nuovo di senso.
Lo sforzo che ci viene chiesto è di spogliarci delle nostre convinzioni, abbassare le nostre difese per poter vedere e fare esperienza di consolazione e guardare con sguardo nuovo e cuore rinnovato ciò che ci circonda.
Nella giornata di oggi proviamo a recitare questi versi di una preghiera di padre David Maria Turoldo:
Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi: e, dunque, vieni sempre, Signore.
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