Sia che tu abiti in un Comune con pochi abitanti, sia che tu abiti in città, se condividi la passione per l’ambiente e la casa comune, sai che – oltre alle buone prassi che possiamo mettere in pratica a livello “micro” – il livello politico può davvero essere (o non essere) un volano per implementare buone prassi e far si che le stesse diventino cultura e azione educativa per tutti i cittadini.
Sarebbe dunque importante – a prescindere dal partito in cui ci riconosciamo – capire chi sono i membri della giunta di riferimento che si occupano di ambiente e magari anche scoprire quali consiglieri redigono documenti a favore delle tematiche ambientali e portano avanti istanze relative alla sostenibilità.
Ciascuno di noi può giocare un ruolo importante sia da “cittadino semplice”, cercando di orientarsi su ciò che viene fatto, ponendo domande, dubbi e sollecitazioni, sia cercando di interloquire con qualche consigliere, affinché determinate istanze vengano portate nei consigli comunali. La partecipazione è cittadinanza attiva e la stessa può essere declinata proprio sollecitando chi può (e dovrebbe) agire con solerzia su questi temi.
Vorrei condividere un esempio molto semplice – assolutamente replicabile – su cui mi sembrava importante riflettere alla luce delle intense precipitazioni di quest’ultimo periodo. Come sappiamo, gli eventi metereologici non costituiscono l’andamento climatico, pertanto le piogge recenti, seppur intense, non hanno compensato la forte siccità invernale (soprattutto nel nord-ovest del paese), per questo è importante parlare di adattamento ai cambiamenti climatici con particolare riferimento alla risorsa idrica e interrogarci su come possiamo prevenire e favorire soluzioni di raccolta e non solo.
Ecco alcune idee su cui – magari – potreste verificare se il vostro Comune si sta attivando:
– se si possa – in occasione di tutti i lavori svolti sul manto stradale – favorire l’utilizzo di materiali che permettano l’infiltrazione delle acque piovane attraverso un piano di progressiva trasformazione delle aree impermeabili in aree permeabili;
– se si possano valutare possibili installazioni di serbatoi o cisterne per raccogliere e immagazzinare l’acqua piovana proveniente dai tetti degli edifici allo scopo di utilizzarla per scopi non potabili come l’irrigazione dei giardini, il lavaggio di pavimenti o veicoli, o per usi industriali;
– se si possano implementare politiche e normative che incoraggino la suddetta installazione, ad esempio attraverso incentivi fiscali o agevolazioni;
– se il gestore del servizio idrico integrato possa inserire nel suo piano di investimenti la messa in servizio di strumenti di tariffazione del consumo dell’acqua secondo il criterio dell’effettivo utilizzo individuale;
– se si possa realizzare un piano di comunicazione che faccia maturare una “diffusa cultura dell’acqua”, intesa in termini di uso attento della risorsa (vedasi impronta idrica nazionale).
Insomma, vivere l’amore per la nostra Casa Comune può anche esprimersi attraverso una costante sollecitazione alle nostre istituzioni, verificando – proprio come fanno gli stakeholder – l’effettivo avanzamento delle cose.
Isabella, Cascina Frate Lupo
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