Dario è il mio secondo bimbo. Alla nascita ha dimostrato un “difficile adattamento alla vita” extrauterina. Così dicevano i dottori, mentre gli facevano mille visite, mille controlli. Non è stato facile accettare quella che si prospettava essere un’esistenza difficile, diversa, non normale sia per lui, sia per chi gli doveva stare accanto. La sensazione che si prova è paragonabile a quella di San Pietro, quando invece di puntare lo sguardo su Gesù, si guarda intorno e si sente sprofondare nelle acque, perché inizia a guardare solo le circostanze avverse della vita.
I primi mesi, i primi anni sono stati caratterizzati da ricoveri ospedalieri, corse in pronto soccorso, esami frequenti.
E mentre tutto diventa sempre più pesante, arriva la bella notizia. Anzi due belle notizie.
La prima in realtà è una conferma: l’amore delle persone che sono sempre state presenti, la propria famiglia, la tua migliore amica che ti prendono per mano e ti accompagnano e ti sostengono nel tuo nuovo percorso, senza mai stancarsi, accollandosi anche le tue fatiche.
La seconda bella notizia è invece una novità, perché arriva da persone che prima erano sconosciute, ma poi diventano anche loro “di famiglia”: e sono le maestre dell’asilo di Dario.
Non avrei mai immaginato di trovare persone tanto dedite alla propria vocazione, perché quello che ogni giorno compiono non è “lavoro“, ma esprime una missione. Dario con loro è stato capace di pitturare, andare in altalena, salire sugli alberi, scattare fotografie e non perché riesca a farlo autonomamente, ma perché lo stanno educando, nel senso etimologico del termine cioè “stanno tirando fuori” tutto ciò che Dario è in grado di dare.
Ogni volta che mi fanno firmare la liberatoria per partecipare a un progetto, io firmo sempre scettica su quello che in realtà mio figlio possa fare, ma loro ogni volta mi rispondono con un “tranquilla mamma, parteciperà e anche in modo attivo”.
Insomma, ho capito che alla fine tutti riusciamo ad “adattarci alla vita” se siamo accompagnati e amati e ci adattiamo anche bene!
Anto
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