Mt 11, 25-30
In quel tempo il Signore Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti
e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio;
nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
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La pagina di Vangelo di oggi ci invita a meditare sullo stile che vogliamo adottare nella nostra vita.
Nella prima parte del brano vi è una sottolineatura molto importante in merito alla modalità con cui Dio parla all’uomo: non sceglie chi è considerato degno secondo una logica umana, ma si rivela a chi si rende disponibile ad ascoltare e lasciarsi guidare dalla sua volontà.
È un Dio fuori schema che sorprende con scelte che non sempre riusciamo a comprendere, ma che d’altra parte manifesta la sua Gloria laddove umanamente sembra impossibile agire.
È un invito a vivere l’umiltà come elemento cardine della nostra vita, seguendo l’esempio di Maria che si è fatta docile di fronte al Signore che l’ha chiamata.
L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. (Lc 1,47-48).
Nella seconda parte del brano Gesù ci rincuora e ci invita a fare della nostra vita un affidamento fiducioso a Lui, affermando che ci attende per poterci ristorare dalle nostre fatiche. Di fronte alle delusioni quotidiane, alle ferite che ancora sanguinano, alle relazioni che non fioriscono, la risposta è lasciarsi accompagnare da Lui, imparando dal suo stile. È pronto ad accoglierci con tenerezza e amorevolezza non per cancellare le nostre sofferenze, ma per colmarle di significato. La sua vicinanza è in grado di fasciare le nostre ferite, un balsamo che è un toccasana là dove il nostro cuore sanguina.
Oggi si celebra la festa di San Francesco, l’alter Christus che ci dà testimonianza di una vita vissuta nell’umiltà e nel pieno affidamento alla Volontà di Gesù. Lasciamoci guidare durante la giornata dalla sua preghiera semplice
Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dov’è discordia ch’io porti l’Unione,
dov’è dubbio fa’ ch’io porti la Fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto.
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poiché: Se è Dando, che si riceve.
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna.
Amen.
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