La bellezza è negli occhi di chi contempla

CUORI ARDENTI, PIEDI IN MOVIMENTO

CUORI ARDENTI, PIEDI IN MOVIMENTO

La prima cosa che mi viene in mente è il brano dei discepoli di Emmaus: piedi che si muovono lontano da Gerusalemme, volti sfiduciati e tristi per la morte di Gesù. Alla fine, invece, cuori che ardono dopo aver ascoltato la Sua parola e piedi che tornano al cuore di Gerusalemme ad annunciare!

Forse è un paradosso, o forse provvidenziale, che a riflettere sullo slogan della Giornata Mondiale Missionaria non sia una “missionaria” di professione, ma una persona qualsiasi: non siamo tutti missionari, inviati ad annunciare, ad essere testimoni della Bella Notizia della Resurrezione di Cristo?

Credo che tutti dovremmo sentirci chiamati alla missione!

Ricordo bene le parole del Card. Tettamanzi alla Chiesa ambrosiana: “o la Chiesa è missionaria o non è.”

La missione non è qualcosa riservata ad alcuni e basta. Intendiamoci, ho profonda stima e ammirazione per coloro che partono, cioè lasciano la propria casa per raggiungere una terra diversa, solo in nome di Gesù, cioè senza nessun guadagno mondano, senza proprio interesse, senza sicurezza sul proprio futuro. Quasi sempre il missionario non sceglie nemmeno la propria destinazione, come ci stanno insegnando i racconti dei giovani bareggesi in questo mese. E questa scelta coraggiosa è ancora più sconvolgente per me, se ci penso!

Eppure, anche noi non scegliamo esattamente le persone con cui lavoriamo o che incontriamo, i vicini di casa, i volontari della associazione in cui facciamo volontariato, il prete o i fratelli della Comunità in cui viviamo la nostra fede!

Condividiamo la strada della vita! A volte il Buon Dio fa battere all’unisono i nostri cuori e ci ritroviamo “a casa” in una terra lontana, in un’aula di scuola, in ufficio o ad una riunione…Mistero grande della Sua presenza, del Suo Spirito che ci unisce come fratelli e sorelle, amici, compagni di viaggio appunto…

La missione, infatti, non si fa da soli! Certo, uno si può ritrovare talvolta da solo, ma è sempre accompagnato dalla preghiera di chi lo sostiene, dalla condivisione di tutta la Chiesa che si affida a coloro che partono. Gesù invia a 2 a 2, perché la prima testimonianza sta nella fraternità, nella condivisione, nel volersi bene fra noi, come ricordano anche gli Atti degli Apostoli, quando ci raccontano della stima che i discepoli ricevevano dagli altri, guardando come si volevano bene e rispondevano alle necessità per cui nessuno restava nel bisogno…

 

Oggi ci sono molti piedi da muovere, senza la pretesa di risolvere tutti i problemi gravi e atroci di questo mondo, come fossimo una ong, ma forse il compito più urgente è far ribattere i cuori delle persone, un bel cardio-defibrillatore per risvegliare i nostri cuori, ridonare Il Vangelo, la Bella Notizia che muove e mette in cammino per andare incontro al fratello.

 

Per la mia vita, allora, mi chiedo se la celebrazione eucaristica, i sacramenti, la preghiera personale o comunitaria sono momenti in cui incontro davvero quel Gesù che si fa accanto a me come compagno di strada, anche quando mi sento sfiduciata, demoralizzata, arrabbiata per le cose che non vanno come dovrebbero, quando ho la tentazione di andarmene; mi chiedo in quali altre occasioni laiche e quotidiane della vita il mio cuore arde e a chi mi sollecita di andare incontro. Decido qualche azione semplice per rendere concreta la mia fede missionaria, qualche piccolo passo che mi renda un “discepolo missionario”, come dice Papa Francesco.

Stefè

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