Lc 9, 57-62
Mentre camminavano per la strada, un tale disse al Signore Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada».
E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
#separazioni #addio #cambiamento
Come non pensare leggendo questo Vangelo a come la nostra vita sia segnata dalle separazioni? Da quando nasciamo, le sperimentiamo, sia da altre persone, da situazioni o da noi stessi. Non rimaniamo mai uguali, ma cresciamo, maturiamo, e ogni volta diamo addio ad una parte di noi che non c’è più, per lo meno non come prima.
Diciamo ‘addio’ quando partiamo e salutiamo chi rimane, che non vedremo più negli stessi modi di prima oppure vediamo crescere i bambini e a ogni step di crescita salutiamo un bambino più piccolo che non c’è più, ormai è cresciuto. Ogni addio è in un certo senso un lutto, e in quanto tale comporta del dolore, che dobbiamo riconoscere ed accogliere.
Gesù, però, ci dice di non farci dominare da questo dolore. Le richieste che riceve da chi lo vorrebbe seguire sembrano legittime e ragionevoli, come mai dà risposte che sembrano così dure?
Noi siamo chiamati a cambiare, a seguire la nostra strada, che ci può portare lontano dai luoghi familiari, dalle certezze che abbiamo. Ci allontaniamo dalle famiglie di origine, non interrompendo i rapporti, ma costituendone di più maturi. Non possiamo però voltarci indietro.
Penso alle persone e ai luoghi che ho lasciato, alle relazioni che si sono modificate. Sono mai stato tentato di tornare indietro?
(canto) https://youtu.be/-6B2DRSL0EU?si=kJ0-mXj9BwP56rut
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