La bellezza è negli occhi di chi contempla

Beato Samuele Marzorati

Beato Samuele Marzorati

Mt 11, 16-24

Il Signore Gesù diceva alle folle:

 

«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”.

 

È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

 

 

Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite.

 

 

Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata
meno duramente di te!».

#frustrazione #nonAscolto #cambiamento #Diobussa

Gesù è prima di tutto un uomo, e sono molto umani i sentimenti che mostra nel rivolgersi alle folle, a noi.

E’ prima di tutto frustrato, perché non viene ascoltato. è la frustrazione che provano i bambini, quando se le inventano tutte per far giocare un loro amico, ma niente, questi non vuole partecipare. E’ quello che proviamo noi quando vogliamo far appassionare un nostro amico, un nostro alunno o figlio a qualcosa che riteniamo bello e interessante, ma dall’altra parte troviamo solo apatia e disinteresse.
E’ per lo meno consolatorio sapere che anche Gesù ha provato la stessa esperienza!

Quante sono le scuse che ci inventiamo pur di non ascoltare gli insegnamenti che ci farebbero bene, ma che ci costringono a un cambiamento di prospettiva, di vita, di abitudini.
Per rifiutare il messaggio di Giovanni, prima, e di Gesù poi, non viene contestato il merito del messaggio, ma viene attaccata strumentalmente, e in modo subdolo, la persona. Vengono attaccati gli atteggiamenti che non sarebbero in linea con i benpensanti (“è un mangione e un beone!”). Una tattica da sempre usata dai Farisei di ieri e di oggi.

Gesù ci mette in guardia da questo atteggiamento: è solo dalle opere che si compiono e dai risultati che possiamo farci un’idea delle persone (“dai loro frutti li riconoscerete” Mt 7, 16)
Dio continua a bussare al nostro cuore, ma dobbiamo essere disposti ad aprirgli.

Rifletto sulle mie resistenze al messaggio di Gesù. In che modo Gesù arriva a parlarmi e in che modo lo ascolto?
Come giudico le persone con cui entro in relazione? Solo dagli atteggiamenti che hanno e che non trovo in linea con le mie abitudini, o sono in grado di andare più in profondità?

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