Mt 17, 10-13
In quel tempo. I discepoli domandarono al Signore Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
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Gesù sta scendendo dal Monte Tabor insieme a Giacomo, Giovanni e Pietro.
Hanno vissuto l’esperienza della Trasfigurazione ed ora ritornano a valle con le immagini di quelle evento nel cuore.
I discepoli pongono una domanda a Gesù circa la venuta di Elia.
Secondo il profeta Malachia, verrà inviato il profeta Elia prima del grande e terribile giorno (Mal 3, 23).
Gesù risponde che è già venuto e non è stato riconosciuto.
Spesso le occasioni favorevoli ci passano accanto e le perdiamo (per fortuna il Vangelo ci ricorda che il Signore esce ad ogni ora a chiamare gli operai).
Il Signore sta parlando di Giovanni Battista.
Giovanni Battista è una delle figure principali dell’Avvento perché ci insegna a vigilare, a non perdere il kairos (tempo favorevole).
Il Battista è voce che grida nel deserto, che ci invita alla conversione, a cambiare la nostra testa.
Questa trasformazione deve portare frutto, essere capaci di ristoro per chi incontriamo. E’ un cambiamento che si deve vedere.
In cosa mi devo convertire?
Sono capace di essere voce che sa andare controcorrente?
Occorre preparare il sentiero al Natale e servono “ponteggi” per “raddrizzare” la strada.
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