“Noi siamo gli ultimi arrivati nel gruppo dei ministri straordinari dell’Eucarestia. Prestiamo il nostro servizio da un anno e mezzo e da subito l’abbiamo vissuta e continuiamo a viverla con tanta emozione.
Quando ci è stato chiesto dal nostro parroco di portare Gesù Eucarestia agli ammalati ed agli anziani impossibilitati a muoversi dobbiamo ammettere che ci è presa una grande “tremarella”; abbiamo subito pensato di non essere degni di questo grande ministero.
Siamo entranti in punta dei piedi con la consapevolezza di non essere perfetti. Ma con grande umiltà e gioia nel cuore: portiamo Gesù come sollievo alle sofferenze e solitudini di queste persone e delle loro famiglie.
Il momento in cui entriamo nelle loro case è come se si creasse un’atmosfera particolare, un qualcosa di intimo e totalmente sentito: una piccola Chiesa. E’ un momento di ascolto delle gioie, speranze e sofferenze, una condivisione semplice in cui l’ammalato o l’anziano con la sua famiglia si sente parte di una comunità che è comunque al suo fianco.”
Riporto le parole di Leonarda, scritte nell’opuscolo distribuito in parrocchia per Natale così da far conoscere le realtà presenti in comunità.
In questi stessi giorni sono andata a trovare mia nonna in casa di riposo, lei è sempre stata molto fedele e religiosa, il rosario è una compagnia e consolazione, specie in questi anni vissuti comunque lontana dagli affetti di famiglia (qualche ora a settimana di visita veramente son poca cosa nelle 168 ore che scandiscono una settimana). Il venerdì, nella casa di riposo, viene celebrata la Messa domenicale, tuttavia, per non fare un torto a nessuno, viste anche alcune condizioni di salute di alcuni ospiti, non viene distribuita l’Eucarestia. Mia nonna si lamentava proprio di questo, dell’impossibilità di ricevere Gesù Eucarestia pur non avendo problemi di salute particolari in tal senso (disfagia o alterazione alla deglutizione), ha chiesto anche spiegazione al sacerdote, ma purtroppo non è stato convincente e rassicurante. La frase “ Gesù è comunque con lei” non può bastare per una anziana che vede nell’ ostia consacrata, e di cui non se ne può nutrire, una “forza” per andare avanti. La sua risposta è stata: “a sto punto cosa cambia vederla in TV o aver il prete qua?”
Le due cose (la testimonianza di Leonarda e quella di mia nonna) mi hanno fatto riflettere: un servizio, come quello prestato dai ministri straordinari dell’Eucarestia, che a volte passa nel nascondimento della vita della parrocchia può essere una luce nella vita della singola persona e della sua famiglia. È questa la buona notizia, portata nell’Eucarestia nelle case, una Chiesa che entra dalla porta chiedendo “Permesso, sono Io …per voi”, un Gesù che lascia l’altare e il tabernacolo e realmente si siede alla mensa, alla tavola di casa.
Charles de Foucauld, festeggiato il 1 dicembre, scriveva: “… il Buon Dio vi sosterrà e vi consolerà coi sacramenti dopo avervi sostenuta senza di essi…”
Ilaria S.
1 comment
Mariarosa
09/12/2023 at 7:18 amMi ritrovo molto con quanto scritto: da settembre anche a mio padre viene portata l’Eucarestia una volta alla settimana. Ci sentiamo veramente una piccola chiesa che accoglie Gesù in casa. Un vero dono!