La bellezza è negli occhi di chi contempla

La storia dei Magi in uno scrigno d’oro

La storia dei Magi in uno scrigno d’oro

Epifania è il racconto di un viaggio: il viaggio dei Magi, i sapienti che, partiti dall’oriente, arrivarono a Betlemme per adorare Gesù e che, avvisati in sogno di non tornare da Erode, “per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. I Vangeli non ne specificano il numero preciso, non esplicitano i loro nomi, non indicano le città di provenienza, né cosa abbiano realmente portato in dono: la loro esistenza rimane avvolta nel mistero, ma il loro culto per secoli è stato -ed è ancora – centrale nelle celebrazioni del 6 gennaio in tutta la cristianità e soprattutto per due importanti città europee, Milano e Colonia.

Epifania è anche il racconto di un altro viaggio, questa volta a tre tappe: il viaggio delle reliquie dei Magi, spostate dalla Terra Santa all’interno della Basilica di Santa Sofia di Costantinopoli per volere di Sant’Elena, traslate poi a Milano nel IV secolo come dono dell’imperatore Costante al Vescovo Eustorgio (che fece costruire l’omonima basilica proprio dove – segno divino – i buoi che trasportavano la cassa si fermarono senza voler più proseguire nel loro cammino) e infine da Milano a Colonia, trafugate nel 1162 dall’imperatore Federico Barbarossa per l’arcivescovo
Rainaldo di Dassel, interessato ad aumentare il prestigio della sua cattedrale grazie al prestigioso bottino.

Se a Milano le spoglie dei Magi erano conservate in un sarcofago di pietra ruvida e disadorna del peso di parecchi quintali, ancora presente nella Basilica di Sant’Eustorgio, a Colonia sono tuttora raccolte in uno dei capolavori dell’oreficeria medievale, il reliquiario d’oro realizzato da Nicolas da Verdun all’inizio del tredicesimo secolo.

L’opera richiama nella forma una basilica a tre navate ed è ornata da rilievi aggettanti di gusto già pienamente gotico, raffiguranti episodi della vita terrena e celeste di Cristo, storie dei Magi (rappresentati sul fronte principale insieme al committente – Ottone IV – mentre si inginocchiano di fronte a Maria in trono con il bambino) e dei Santi Naborre e Felice, le cui reliquie (anch’esse provenienti da Milano) sono conservate nella cassa.

Le parti laterali sono dedicate a Davide e Salomone e in esse sono stati rappresentati profeti ed apostoli, inseriti in una finta architettura a portico sorretto da colonne binate. Il reliquiario lascia stupiti per la preziosità dell’oro luccicante e decorato da smalti variopinti, filigrane, 226 gemme e cammei antichi.

Il viaggio dei Magi finisce qui, all’interno di un oggetto d’arte unico e stupefacente. In questi giorni a cavallo tra il vecchio anno civile e l’anno nuovo, riflettiamo sul nostro viaggio personale: quali ricordi, quali azioni, quali incontri, quali gesti custodiamo all’interno del nostro personale “reliquiario dorato”? E quali ci piacerebbe invece aggiungere durante l’anno che verrà?

Arianna

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