Mc 2, 13-14, 23-28
In quel tempo. Il Signore Gesù uscì lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro.
Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
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In questo brano di Vangelo ci vengono raccontati due incontri: Gesù che passa tra la folla e vede Levi in mezzo alla moltitudine e Gesù che insieme ai suoi discepoli passa nei campi di grano e incrocia i farisei. Mi salta subito all’occhio la diversità di sguardo che caratterizza questi incontri.
Nel primo, Gesù in mezzo alla folla, e immagino sia stata una grande folla, nota un uomo seduto e lo invita a seguirlo.
Credo proprio sia stato uno sguardo di Amore, come solo Gesù sapeva fare, uno sguardo di chi sa chi sei, che conosce i tuoi pregi e i tuoi difetti, di chi ti accoglie per come sei fatto, di chi, proprio perché ti vuole bene, ti vuole aiutare a cambiare.
E Levi non si lascia sfuggire l’occasione, spinto da questo amore che traspirava da Gesù.
Nel secondo episodio Gesù e i suoi discepoli incrociano i farisei: entrambi i gruppi camminano nei campi ma la prima cosa che lo sguardo dei farisei nota é “l’errore” dei discepoli che colgono le spighe di grano e subito, additandoli, chiedono spiegazioni. I farisei sembrano sempre pronti a cogliere gli errori per accusare Gesù, che dava a loro fastidio.
Il mio sguardo nei confronti degli altri com’é?
È uno sguardo amorevole o giudicante?
Quando vedo qualcosa che magari mi urta o mi dà fastidio, penso subito a puntare il dito oppure penso a come poter aiutare l’altro?
Se ci penso bene quando giudico, anche solo all’apparenza, il mio cuore inevitabilmente si chiude e non lascia spazio a nessun tipo di ripensamento o di cambiamento per gli altri, ma soprattutto per me. Quando invece nel mio sguardo e nel mio cuore riesco a mettere comprensione, empatia e sospendo il giudizio, possono scaturirne cose belle, sia per gli altri che per me.
Gesù ci dice che Dio ha fatto il sabato per l’uomo, e non il contrario.
Spesso impariamo leggi o dogmi e li usiamo per giudicare o a far notare agli altri gli errori, ma questo non fa altro che indurire il nostro cuore; dovremmo essere aperti alla Parola in tutti quei passaggi in cui ci mostra l’amore di Dio, per essere aperti a nostra volta a fare lo stesso.
Sciogli la durezza del mio cuore o Dio, rendi libero e limpido il mio sguardo affinché io possa guardare gli altri con un pizzico del tuo Amore affinché l’incontro con l’altro mi aiuti a crescere nella mia capacità di amare. Aiutami a tenere in allenamento il mio cuore alla ricerca di Te, così che possa gioire!
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