Mc 4, 10b. 21-23
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il
moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro?
Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
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Ho seguito l’intervista di Fazio a Papa Francesco nella trasmissione “Che tempo che fa” di domenica scorsa e la sua chiarezza e semplicità nel parlare di fede, di Dio, di peccato, di perdono mi hanno fatto subito pensare a quanto Gesù dice in questo brano di Vangelo. Il Papa ha parlato in un programma laico, davanti a milioni di persone che forse sono capitate per caso su quel canale, forse hanno acceso per curiosità, forse non vanno in Chiesa da tempo, ma anche a chi si professa cattolico, con la stessa limpidità e profondità con cui parla durante le catechesi del mercoledì o all’Angelus.
Non ha nascosto il segreto della sua vita: il suo rapporto profondo con Dio. E subito ho pensato a tutte le volte in cui mi sono trovata in situazioni in cui non ho saputo (o non voluto) parlare apertamente di Dio e della mia fede, ho nascosto la mia fede.
A distanza di tempo, rileggo quei momenti e mi dico: potrei mai nascondere di essere moglie e mamma? No, perché sono i doni più belli che potessi ricevere! E il mio rapporto con Dio posso nasconderlo? Oggi non più, perché quando si vive una relazione profonda, che ti appartiene, che è tua, non si può tacere, anche nei periodi faticosi e dolorosi.
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