Matteo 19, 13-15
In quel tempo. Furono portati al Signore Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
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Leggendo e rileggendo spesso questo brevissimo passo del Vangelo di Matteo mi sono sempre chiesto cosa mai intendesse Gesù con quella sua affermazione così perentoria “…a chi è come loro appartiene il regno dei cieli”. A questo proposito mi è venuto in mente un episodio solo apparentemente insignificante, accaduto in casa mia una settimana fa. Mi trovavo in cucina insieme alla mia nipotina Penelope, cinque anni e pochi mesi. Lei è molta attratta dal nuovo frigorifero e lo guarda spesso con interesse. Improvvisamente mi dice: “Nonno, il frigorifero è importante”. “Certo” le rispondo e lei riprende “ma i nonni sono più importanti!”. Ovvio? Sì, ma non banale. Ci ho ripensato più volte: è incredibile come una bambina di soli cinque anni già riesca a stabilire una gerarchia di valori, Quante volte invece io, adulto e con un lungo cammino di fede alle spalle, pongo le cose davanti alle persone…
Significativa allora quella risposta di Gesù all’ennesimo gesto di incomprensione dei suoi discepoli: il Maestro afferma che proprio i bambini sono coloro ai quali appartiene il regno dei cieli. Gesù indica nei bambini il modo di vivere in cui è presente quella semplicità di cuore che affronta la vita con fiducia nell’altro e che sa guardare con uno sguardo semplice che ci sorprende. Non si tratta di assumere modi infantili, ma di riscoprire la capacità di essere non sprovveduti o ingenui ma semplici, cioè di saper puntare all’essenziale.
Solo attraverso questo cammino di semplicità e di trasparenza potremo accedere al regno dei cieli: dunque oggi la buona notizia è il fatto che la strada che ci indica Gesù non è complicata e difficile come quella che immaginavano i suoi discepoli o che noi stessi immaginiamo. L’errore sta nel trasporre la logica umana nel progetto del regno dei cieli che, al contrario, ha una logica ben diversa. Non ricadiamo anche noi nello stesso errore: facciamoci convertire dai bambini, accogliamoli e diamo loro ascolto. Lo stupore e la fiducia fanno parte di loro.
Impariamo dunque dai bambini a vivere quello stesso stupore e quella stessa fiducia nei confronti del Signore che non smette mai di amarci.
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