Questo venerdì di Quaresima possiamo pregare con una delle stazioni della Via Crucis pubblicata da Giorgio Bernardelli su Vino Nuovo. L’autore ci invita a guardare alla guerra di Gaza non con la bilancia dei torti e delle ragioni, ma con il cuore aperto di Gesù che nel momento della sua Passione ha trasformato la sua angoscia in preghiera.
Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo.
Colui che lo tradiva, aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; prendetelo».
E in quell’istante, avvicinatosi a Gesù, gli disse: «Ti saluto, Rabbì!» e lo baciò.
Ma Gesù gli disse: «Amico, che cosa sei venuto a fare?» Allora, avvicinatisi, gli misero le mani addosso e lo presero.
Una folla intera che irrompe all’improvviso. Armata, gridando frasi irripetibili per incutere paura. Oltre che per uccidere, violentare, rapire. All’alba del 7 ottobre – nei kibbutz intorno alla Striscia di Gaza – è incominciata così questa nuova dolorosissima pagina del conflitto nella terra che, di questi tempi, non osiamo nemmeno più chiamare santa. Con un odio barbaro, alimentato da baci avvelenati di potenze più o meno grandi. E dal tradimento di tutti noi, che sapevamo benissimo che un giorno sarebbe successo, eppure abbiamo preferito guardare altrove. Perché «se due popoli di fanatici non sanno mettersi d’accordo, che cosa possiamo farci?». L’odio, dunque, è tornato a uccidere il 7 ottobre. E continua a farlo da più di 130 giorni. Portando via ostaggi, bambini innocenti, coscienze, convenzioni internazionali…
Signore, perdona
i nostri occhi
che non vogliono più guardare.
Troppo grandi
sono l’orrore
e la devastazione.
Sostieni chi è prigioniero,
proteggi chi è indifeso,
illumina la mente
e riscalda il cuore
di chi può far finire
questa follia.
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