La parola “lotta” ha sempre un connotato di violenza, che non c’entra con la forza. La lotta prevede lo scontro, che è l’opposto dell’incontro. E’ una questione di scelte.
Se penso alle frasi comuni.. ha lottato fino alla fine, è un guerriero, sta combattendo la sua battaglia, è uno scontro alla pari.. ci sono sempre due parti, che difendono la vita e combattono la morte, in
contrasto.
Potrei cercare nella Bibbia storie ed eroi del combattimento, guidati dal “Dio degli eserciti”. Invece vorrei dirvi di Tomas che fa il “guarda” e tutte le mattine parte da Icidua, attraversa il ponte sul fiume, la città ancora sonnolenta di Quelimane e arriva nella casa dove si occupa di pulire il cortile, il bagno e lavare i panni. Ha piantato le morangos nei vasi sul balcone, e stira i camici del dottore con tutto l’orgoglio e la dignità di chi porta a casa ogni mese 1000 meticais per il riso e i fagioli per i suoi 7 figli. Talvolta il dottore gli regala 200 meticais e un sorriso luminoso quando trova tutto in ordine.
Potrebbe prendere di nascosto un po’ di zucchero, farina o detersivo, tanto il dottore ha i soldi e soprattutto- impegnato com’è – non se ne accorgerebbe nemmeno. Ma sceglie di non farlo. Lotta con l’idea di rubare, e trova la forza di non farlo.
Vorrei dirvi di Quintino che ha studiato da infermiere a Kator quando ancora c’erano le scuole inglesi e non era stato tutto distrutto e saccheggiato dalla seconda guerra assurda di 22 anni causata da ovvi interessi politici e passata per contrasti fra comunità religiose. A Juba alla fine nel 2007 lui ha visto nascere fra pezzi abbandonati di tank, di animali e di persone, lo stato più giovane dell’Africa: il Sud Sudan. Purtroppo una ischemia cerebrale gli aveva già causato una emiparesi sinistra, ma la sua determinazione l’ha portato a scrivere con la mano buona e la calligrafia incerta un curriculum da portare ai responsabili delle human resource del nuovo heath center che stavano riabilitando. Poteva fare come molti suoi amici, che cercano nella schiuma della birra la leggerezza dei pensieri e le
risposte nel fondo delle bottiglie che ogni giorno diventano sempre di più. Ma sceglie di non farlo. Lotta con la voglia di bere fino a rovinarsi, e trova la forza di non farlo.
Vorrei dirvi di Simona che da anni lavora per due, anzi per quattro, da quando quel farabutto del suo ex se n’è andato improvvisamente lasciandola con 3 figli piccoli. Paradossalmente, lei che ha ricevuto solo amarezza, fa i turni nella fabbrica di cioccolato vicino a casa. E quando può, anche se con il viso solcato da occhiaie, l’herpes sulle labbra e i capelli stinti, va a fare le notti da una malata immobile che sta morendo di cancro nella sua splendida villa vista lago. E nel weekend anche se sfinita, e con il sonno che la seduce sul divano di casa sua, accompagna con la sua Multipla rosso amaranto quella signora sola che cammina con il deambulatore a fare la spesa. Così ha cresciuto i suoi figli, come le rose meravigliose di colori nel suo giardino, rinunciando sempre a qualcosa di suo per garantire loro una buona educazione e di seguire le loro passioni: uno suona la tromba nella banda del paese (musica di grande valore a basso costo!), l’altro gioca a basket nella squadra più
forte del girone Diamante e il piccolo è passato quest’anno dai lupetti agli esploratori degli scout. Poteva trascurarsi, lasciarsi andare alla via più facile, e passare tutto il giorno sul divano in compagnia della boccetta di valium che aveva preso per un problema muscolare del figlio. Ma sceglie di non farlo. Lotta con la tentazione di berla tutta in una volta e non svegliarsi mai più, e trova la forza di non farlo.
Alcune persone ci insegnano la lotta, non la violenza.
Anche la natura lo fa. Guardiamo i fiori di ciliegio bianchi di primavera che si aggrappano al ramo e non cedono alla tromba d’aria; le rondini che volano per migliaia di km dal freddo al caldo e poi tornano per costruire il nido, un filo d’erba per volta; le onde del mare che continuano infrangersi, nonostante le correnti e gli scogli.
Anche Dio lo fa. Guardiamo Gesù sulla croce che grida di dolore, di violenza e di inumano. Potrebbe porre fine a quel massacro. Ma sceglie di non farlo. Lotta con la sua umanità, e trova la forza dell’eternità.
E’ così che dovremmo fare anche noi, dentro di noi, trovando la forza di non cedere alla morte spirituale, ma scegliendo la vita, in tutte le sue forme, ogni giorno.
Maura
Traduzioni: guarda: guardiano, custode
morangos: fragole
meticais: moneta mozambicana
tank: carro armato
human resource: risorse umane
health center: centro di salute
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