Gv 15, 24-27
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: “Mi hanno odiato senza ragione”.
Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio».
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Leggendo queste righe di Vangelo, il primo pensiero che mi viene in mente è l’importanza di non sentirci soli: se dovessimo pensare di “bastare a noi stessi”, saremmo persi; la fede nasce proprio dal lasciare spazio nel nostro cuore e nella nostra mente ad un confronto e ad un’apertura.
Da qui, poi, nasce in noi spesso il desiderio e l’urgenza di dare testimonianza; di “essere testimonianza“.
Come possiamo farlo?
Innanzitutto attraverso un’esperienza personale e viva di Gesù: entrare in intimità con Lui in una quotidianità plasmata da un amore abitato da Vita, volti e storie, relazioni.
In secondo luogo, un testimone non è soltanto una persona che si sofferma ad un piano di conoscenza, ma è anche disposto a vivere pienamente il proprio essere e a sperimentare un insegnamento rendendolo concreto e visibile.
Attraverso questi passaggi, forse, la parola “Il Paraclito”, potrebbe assumere un significato più tangibile: “colui che è chiamato vicino”, sembra avere le sembianze di un testimone che ci sprona a provarci, a rendere possibile qualche cosa che ci appare, di primo acchito lontano; solo allora fioriremo e profumeremo di quella fragranza che era già in noi.
– “Occorre amare gli altri con l’intensità con cui Gesù ha amato l’umanità”: come mi pongo io rispetto a questo pensiero?
– “Contro l’odio e l’indifferenza l’unico strumento è l’amore”: e io? Che cosa metto in campo?
Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode.
Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani (Sal 62)
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