La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Luigi Orione

s. Luigi Orione

Gv 15, 18-21

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli:

 

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.

 

Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

#mondo #amore #nonsiamodelmondo

Per Giovanni il termine “mondo” ha un’accezione negativa: rappresenta un modo di vivere e di agire che preferisce il possesso al dono, la violenza all’amore, l’accumulo di ricchezze alla solidarietà, la rabbia alla compassione.
Ma il mondo non è totalmente avulso dalla nostra vita, è una realtà presente anche dentro di noi, che inevitabilmente ci coinvolge: la lotta tra il bene e il male, tra la fede e l’incredulità non risparmia il cuore dell’uomo e riconoscere questo ci aiuta ad essere vigilanti e a scegliere consapevolmente cosa è meglio per la nostra vita.

Quando in noi vince il bene e prevale l’amore, veniamo guardati con sospetto.
Siamo nel mondo ma non siamo del mondo.
Siamo chiamati, come singoli e come comunità, a rompere la logica dell’egoismo e della sopraffazione, vivendo come figli e fratelli e riconoscendo, come fondamento della propria esistenza, il Dio della vita e dell’amore, senza pensare di essere invitati ad essere stoici. Semplicemente siamo chiamati da Cristo a combattere alla maniera in cui lui ha combattuto.

Nell’Apocalisse (Ap 12,17) si legge: “Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù”. La persecuzione dei discepoli di Gesù avrà, come unica conseguenza, la prosecuzione dell’opera del Figlio: far conoscere il Padre.

Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia,
mio alleato e mia fortezza,

mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido.
Dal salmo 143

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: