La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Eustorgio Primo

s. Eustorgio Primo

Lc 18, 15-17

Presentavano al Signore Gesù anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.

 

Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. 

In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso».

#fanciullo #fiducia #presenza

La prima reazione leggendo questo brano è di meraviglia che fa comparire sul mio viso un sorriso che mi fa esclamare: “Che personaggio questo Gesù!”.
Gesù è capace di andare fuori schema, ma soprattutto di sorprendere coloro che lo incontrano e che lo stanno seguendo.

Nel passo di oggi di fronte ai discepoli che allontanano i bambini perché considerati non all’altezza e di disturbo al Maestro, Gesù si comporta in maniera differente e addirittura coglie questa occasione per proporre un insegnamento. Invita ad essere come un fanciullo; una proposta semplice, ma non facile da realizzare. I bambini rappresentano la disponibilità ad affidarsi alle persone in cui si ripone fiducia. Infatti Gesù ci propone di essere capaci di abbandonarsi alla Volontà di un Dio che ci viene rivelato come Padre.

Non è assolutamente facile essere in grado di lasciarsi guidare: la tentazione più forte che richiama l’esperienza dei progenitori è quella dell’autosufficienza che ci indurrebbe a vivere contando solo sulle nostre forze, perché convinti che non ci sia nessuno in grado di aiutarci e sostenerci.

La versa sfida è aprire il nostro cuore a questo Dio facendo riferimento a ciò che ha compiuto nella nostra vita, un invito a fare memoria di tutte le azioni compiute per noi. È il primo passo per far germogliare il nostro affidamento che si basa sul riconoscimento della Sua Presenza nella nostra esistenza. Una Presenza silenziosa, mai arrogante, al contrario caratterizzata da una tenerezza che supera anche i nostri tentativi pervicaci di isolarci e pensare di essere bastanti a noi stessi.

Nella giornata di oggi proviamo a meditare sul versetto di un salmo che ci invita a riposare e a riconoscere l’amore del Padre: “Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza” (Salmo 118,14). Un’occasione per portare alla memoria il Suo essere qui per noi.

 

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