La bellezza è negli occhi di chi contempla

VII domenica dopo martirio di s. Giovanni il precursore

VII domenica dopo martirio di s. Giovanni il precursore

Mt 13, 24-43

Un’altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco
apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla;
il grano invece riponetelo nel mio granaio».

 

Un’altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami».

 

Un’altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti».

 

Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta:
Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

 

Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.

 

Chi ha orecchi, intenda!

#parabole #bene #verità

Il brano di oggi raccoglie alcune parabole: vorrei soffermarmi principalmente su quella del grano e della zizzania.

Il primo pensiero che mi viene in mente ricalca il fatto che OGGI sia il tempo della pazienza: essa è forza nei confronti di me stesso, è capacità di astenermi da un intervento trattenendo l’istinto che mi chiamerebbe “al fare”.
Dall’altra parte, la potenza creatrice della parola di Dio si manifesta proprio nella calma e nella tranquillità: il suo sguardo valorizza e mette in primo piano il bene che vi è in mezzo al male.
«Fare crescere» invece che «selezionare»: è questo che siamo chiamati a vivere e a testimoniare nella quotidianità; ascoltare attentamente, discernere da dentro le situazioni, aprire le porte ad una speranza nuova, cooperare e solidarizzare nella Vita.

Il cammino di ognuno di noi non parte dalla perfezione e dalla compiutezza, ma si esprime attraverso la verità e l’autenticità: lasciamo davvero spazio allo sguardo di Dio nel nostro cuore.

– Di quale immagine di Padre ho una chiara esperienza nella mia vita?
– In quali occasioni mi sembra di riconoscere che la vita può essere contradditoria?
– Dio mi lascia la possibilità di decidere e la libertà di essere chi voglio essere: è vero per me?

Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole,
lento all’ira e pieno di amore, Dio fedele,
volgiti a me e abbi misericordia
(Salmo 85)

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