La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Casimiro; s. Daniele Comboni

s. Casimiro; s. Daniele Comboni

Lc 21, 25-33

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

 

 

E disse loro una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»

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I versetti 25-28 di questo brano non sono descrizioni di cataclismi cosmici, ma modi di dire immaginosi, iperbolici, irreali a cui gli autori della Bibbia hanno fatto ricorso per annunciare le grandi novità di salvezza e di liberazione portate dal Messia. La Bibbia abbonda di tali descrizioni per presentare avvenimenti storici come la caduta di un re, una sconfitta militare o un qualsiasi rivolgimento nazionale.” Introduce così il suo commento Don Lino Pedron, e tali parole hanno il potere di rassicurare il lettore riguardo all’annuncio di imminente catastrofe.

E’ dunque necessario non prendere alla lettera questi annunci, per non stravolgerne il significato. Essi ci presentano una sorta di “rivoluzione” ma non nel mondo fisico, ma un grande evento nella storia della salvezza: Gesù parla di sé, della sua venuta nel mondo e di quello che è venuto a portare.

Condizione indispensabile da parte nostra è non fissare lo sguardo sugli “indizi” sbagliati, abituati come siamo ad edulcorare la realtà e a voler vedere solo quello che ci fa comodo, o ascoltare solo quello che vorremmo sentirci dire.
Tante volte la Scrittura afferma che il nostro Dio è un Dio geloso, esigente: la sequela di Gesù richiede dunque coraggio e determinazione, per non cedere alla tentazione di scegliere la strada più facile; attraverso l’immagine del fico, che passa dalla foglia al frutto senza passare dalla bellezza del fiore, Gesù ci invita a rimanere desti, attenti, a non farci sviare dal sentiero della sua rivelazione, per scorgere i segni della Sua presenza nella nostra vita proprio là dove mai andremmo a cercarli.

Il versetto finale, però, consola come la carezza di una mamma mentre siamo spaventati: “le mie parole non passeranno”. Ecco cosa dobbiamo decidere di ascoltare, meditare, pregare, fare nostre perché orientino la nostra vita: le Sue parole, e questo ci basta!

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