L’Africa è arrivata per me come conclusione di un semestre (o poco più) post-studio, all’insegna della scoperta di nuove culture, del servizio, della crescita personale e sì, anche dell’avventura. Era da tempo che covavo il desiderio di un’esperienza missionaria, anche grazie alla testimonianza della mia famiglia, che aveva vissuto qualcosa di simile e tanto me ne aveva parlato. Finalmente quest’estate ho potuto concretizzarlo.
Sono Maria Chiara, ho 25 anni e ho trascorso tre mesi con l’associazione Ewe Mama in Uganda.
Sono partita cercando di non farmi aspettative, per lasciarmi stupire da ciò che avrei trovato. Ho portato con me la curiosità per una nuova cultura, la volontà di servizio e il desiderio di vita comunitaria.
Riguardo alla cultura, posso dire di averla intuita, ma non compresa appieno; sarebbe supponente in soli tre mesi. Ho scoperto quanto davvero a volte sia difficile comprendersi e che la differenza culturale è più complessa di quella linguistica. Ma ho capito anche che esiste un linguaggio universale non scritto: di gesti che sanno dire “ci tengo a te” quando le parole non arrivano, di sguardi che sanno spiegare ciò che un discorso non può.
Ho fatto esperienza di servizio. Ho capito che non sono solo le grandi azioni ad avere un impatto, che una vita può cambiare grazie a tanti piccoli gesti. Che si può fare del bene con una matita, un pallone sgonfio o semplicemente del tempo. Che è difficile testimoniare l’Amore a parole e che invece agire e guardare con Amore può essere l’insegnamento migliore.
Ho fatto esperienza di vita comunitaria. Ho scoperto la bellezza, e talvolta la fatica, di condividere la quotidianità, nei giorni sereni e in quelli nuvolosi. Ho scoperto che la fede si nutre di più se si cammina insieme ad altri.
Ho scoperto la semplicità dello stare bene insieme, anche sempre allo stesso tavolo, con lo stesso mazzo di carte.
Ho fatto esperienza di un pezzetto di Africa e di vite tanto lontane dalla mia, che ora continuano, come continua la mia. Che un pochino sono cambiate, come è cambiata la mia.
Perché quando c’è incontro nel Bene, qualcosa accade sempre, forse un niente che è tutto.
(Maria Chiara)
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