La bellezza è negli occhi di chi contempla

beata Armida Barelli

beata Armida Barelli

Mt 7, 21-29

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

 

In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.

 

 

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla
roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina
fu grande».

 

 

Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

#SignoreSignore #pretesa #volontàdiDio #roccia

Cosa c’è di sbagliato nell’espressione “Signore, Signore?”. Non assomiglia a quella del discepolo incredulo, quando si rende conto davanti al Risorto della sua pochezza e afferma “Mio Signore e mio Dio?”. Forse il segreto non sta tanto nell’espressione in sé, nelle parole pronunciate, ma nella modalità con cui vengono dette.
Tutti coloro (“chiunque”) che dicono “Signore, Signore” hanno la pretesa di entrare nel Regno per i loro meriti, immaginano di averlo annunciato con le loro azioni, di aver compiuto prodigi nel nome di Dio, ma in realtà hanno portato avanti i loro ideali e le loro convinzioni.

Gesù allora dice di non conoscerli! Egli conosce, invece, e ama “colui che” – proprio come quel Tommaso incantato davanti al Risorto-, dopo averlo riconosciuto, ha saputo compiere ogni opera seguendo la volontà di Dio.
Egli ama colui che lo riconosce come suo Signore, cioè come senso della sua esistenza, meta del suo vagare, barometro delle scelte e soprattutto roccia su cui costruire.
Fare la sua volontà è, dunque, la roccia che tiene in piedi la nostra casa/vita anche quando soffiano i venti delle incertezze, sopraggiungono fiumi di preoccupazioni e tempeste di dolori e sofferenze cercano di abbatterla.

Signore Gesù,
insegnami a fare la volontà di Dio
non con parole vuote ma con fatti concreti.
Aiutami a parlare con la carità
perché risulti credibile
il mio parlare della carità.
Guariscimi dall’orgoglio
che si frappone tra me e Te e i miei fratelli.
Donami l’umiltà di ricredermi
e il coraggio d’intraprendere il faticoso cammino della fede
che mi porti ad abbandonare la logica dell’apparenza
per coltivare il desiderio dell’appartenenza a Dio e alla Chiesa.

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