Ultimamente mi è capitato di confrontarmi con adolescenti alle prese con scelte piccole o grandi. “In quale scuola superiore mi iscrivo l’anno prossimo?” “Quest’anno partecipo al corso di teatro o a quello di clarinetto? Considerando poi che frequento già gli scout, e faccio anche pallavolo, e devo anche studiare…”.
Forse ci sono decisioni che, più di altre, sono determinanti per il futuro, ma credo che, indipendentemente dal contenuto della scelta, il privilegio di essere accanto a questi adolescenti “in discernimento” mi abbia rinfrescato la memoria circa due aspetti importanti: la serietà di una decisione e i criteri che scegliamo per compierla. E un terzo aspetto, non meno rilevante: a cosa e a chi ci appoggiamo per decidere.
Ho visto adolescenti che fanno sul serio! Compiono la fatica di questi anni, quella di cercare di fermarsi e prendersi un tempo, in un momento storico che corre e ti chiede velocità; affrontano la prova dei messaggi pubblicitari che ti chiedono “perché scegliere?”. Capiscono, o forse intuiscono o forse ascoltano, che scegliere è liberante, e che è un inganno credere che si stia meglio nella posizione di chi non si determina mai e mantiene sempre tutte le scelte aperte. Accettano la possibilità di sbagliare scelta e dover cambiare rotta in futuro: chiedono ad un adulto di sostenerli in questa possibile frustrazione.
Ho in mente, in particolare, due giovanissime donne alle prese con le loro scelte. Nelle loro domande c’è la loro storia e c’è il loro presente: chi sono e quali doni mi riconosco? Cosa, ad oggi, mi dà gioia e mi fa sentire me stessa? E poi c’è lo sguardo al futuro: mi immagino lì? E perché il mio cuore tira proprio da quella parte? E poi, ovviamente, c’è il confronto con gli altri, tanto prezioso quanto delicato…cosa penseranno gli altri se decido in questo modo, e se deludessi mia mamma, e se scegliere così significa separarmi dai miei amici…
Perché scegliere? Per essere liberi. E liberi di fare sul serio.
Silvia C.
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