Verso fine novembre un’amica mi confida che alla sua nipotina di 11 anni hanno diagnosticato un tumore alla vescica. Le cose non erano ancora del tutto certe ma molto probabili, lo smarrimento é tanto! Com’è possibile? Così giovane, all’affacciarsi dell’adolescenza, con una vita davanti.
La famiglia si affida ad un ospedale qui del nord, iniziano visite ed esami, trovano subito un ambiente accogliente, umano, schietto e molto molto preparato.
I nonni materni si trasferiscono a casa con il fratellino minore per stargli accanto. Comincia da subito, da parte di tutti, un cammino di preghiera, per lei e la famiglia intera.
Si affrontano esami, talvolta anche invasivi, la diagnosi è confermata, si tratta ora di capire se fare terapia e intervenire oppure intervenire e proseguire poi con la terapia orale.
Il 17 dicembre l’intervento di asportazione del tumore che viene definito raro ma guaribile, i medici e tutto lo staff lavorano con tanta professionalità e umanità che in queste occasioni credo sia una componente importantissima nel processo di accompagnamento di un malato e della sua famiglia.
La massa viene mandata ad analizzare e intanto questa ragazzina forte e combattiva é accerchiata dal calore e affetto di una famiglia, dal sostegno delle amiche di scuola e di squadra e dalle preghiere di tante persone.
La mattina del 25 dicembre viene dimessa e può passare il Natale a casa! Una settimana dopo arriva l’esito: la massa è stata completamente asportata, non ci sono residui quindi non c’è bisogno di terapia successiva, ovviamente ci saranno controlli ed esami nel tempo ma viene considerata guarita!!
È davvero un miracolo!! Alla notizia mi vengono i brividi e salgono le lacrime agli occhi!
La preghiera di tanti ha sostenuto lei e la famiglia, i medici e tutto lo staff dell’ospedale sono stati splendidi e ciò che sembrava impossibile si è reso possibile!
Il mio lavoro mi porta ad ascoltare spesso storie di persone che hanno a che fare con medici ed ospedali e sentire di un luogo accogliente, professionale, empatico e vicino al paziente e alla famiglia mi fa stare bene.
Il sorriso di questa ragazzina che ora affronta un nuovo anno e la vita con un’esperienza tosta alle spalle e una prospettiva nuova é proprio una bella notizia che non poteva non essere raccontata.
S.M.
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