La bellezza è negli occhi di chi contempla

Il lavoro più bello del mondo

Il lavoro più bello del mondo

Quando entro a scuola sono felice. Il mio è il lavoro più bello del mondo: insegno lettere in una scuola media di Milano.
Tante sono le lamentationes che si sentono sui giovani, ma credo che derivi dal fatto che non sappiamo guardare i loro occhi, che ti guardano con il desiderio di essere visti. 
 
Uno dei momenti che preferisco è quando insegno la Divina Commedia di Dante ai miei “Pucci-Pucci” di seconda. La loro aspettativa è sempre altissima.
Mi sono chiesta perché: le domande sono moltissime e spesso giungono a riguardare il senso ultimo della vita. Del resto il poema tratta del destino dell’uomo e questo interroga tutti e ciascuno nel profondo. Colpisce che chi fa più domande siano i ragazzi che non fanno religione o che non sono battezzati.
 
L’ultima lezione abbiamo parlato del giudizio che le anime danno a loro stesse. Cioè ho spiegato che non è Dio che giudica le anime, ma che la scelta della dannazione, della necessità di purificare se stessi, o ancora della beatitudine eterna è personale ed è, come dicevo una scelta. Come lo è quella tra il bene e il male quando l’uomo è in vita.
Milioni sono le domande che sono derivate da questa narrazione, ma è stato meraviglioso quando un ragazzino (un cucciolo piccolino, con due occhietti vispi e intelligenti, uno sguardo birichino ma profondo) mi ha chiesto: “Ma prof, io allora se posso scegliere, voglio andare in Paradiso!”, gli ho risposto: “Tesoro, o ognuno di noi decide il suo destino, e lo desidera così tanto da svolgere azioni che lo portano a compiere il suo desiderio. Quindi non preoccuparti, ci andrai in paradiso se lo desideri davvero”. “Ma Prof, e se dovessi fare dei peccati gravi? Proprio prima di morire?“ “Eh beh, questo potrebbe essere un problema… Sicuramente però fino all’ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di pentirci e possibilmente anche di fare una cosa meravigliosa che è confessarsi. In ogni caso è importantissimo pentirsi” …
il nostro furetto rimane quindi pensoso… “Ma quindi Prof, il paradiso non è gratis?“ “Eh no, pensa un po’ a Gesù che per guadagnarcelo si è fatto mettere in croce per portare con sé i nostri peccati. Mica siamo più belli di lui!“ questa faccenda del pentimento non era molto chiara.
Aveva capito che bastava desiderare; non è stato semplice far capire loro che la vita è un cammino in cui si sbaglia e si capisce che il nostro cuore però desidera qualcosa di bello.
 
La volta successiva, il mio piccolino alza la mano e mi dice “Prof, ho pensato e ho capito, se io lo desidero già da adesso, farò in modo di sbagliare il meno possibile, di cercare il più possibile di stare attento a quello che il mio cuore (avevo fatto tutto un discorso sul cuore e sul fatto che la Vera felicità era quella che era scritta nel nostro cuore, quindi quella che corrispondeva al destino che il Signore ha pensato per noi) mi dirà. E poi: meno male che c’è la via di mezzo: male che vada, mi farò qualche millennio di Purgatorio!!!”
 
E così abbiamo chiuso con una bella risata i tormenti del giovane furbetto …
 
Elena
 
 
 
 
 
 
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