La bellezza è negli occhi di chi contempla

Venerdì della I settimana di Quaresima – Giorno aliturgico

Venerdì della I settimana di Quaresima – Giorno aliturgico

“O Dio, Creatore del cielo e della terra, unico Filantropo, o Misericordioso, o Clementissimo,

 

la Siria soffre e sanguina. La pietra del macinino che le gravava sul petto per decenni… si è spostata.

 

Ma è ferita, le sue costole sono spezzate, respira a fatica“. 

 

Chiediamo a Dio, “in questo mese benedetto del Ramadan e nel sacro tempo della Quaresima,

 

di lenire gli animi e di liberarci dalla violenza e dal desiderio di vendetta”.

 

Imploriamo “perdono, misericordia e tenerezza”

 

e domandiamo “pazienza e saggezza, umiltà e coraggio, per dire no alla vendetta e alla ritorsione

 

“Non c’è pace senza giustizia e non c’è pace senza perdono”

 

“Concedici di comprendere che siamo fratelli e sorelle e che nessuno di noi può vivere bene da solo,

 

affinché cerchiamo il bene dei nostri vicini e dei nostri figli allo stesso modo”.

 

“Ti supplichiamo di farci vedere negli occhi [dei bambini]

 

il bene che verrà domani per tutti i siriani e le siriane,

 

e che la Siria sia di tutti”.

 

In questo primo Venerdì -senza Vangelo per noi ambrosiani – vogliamo condividere un appello dalla Siria, che dovrebbe scuotere le nostre coscienze assopite. Jihad Youssef, monaco e priore del monastero di Mar Musa al-Habashi, ha lanciato un invito tanto semplice quanto rivoluzionario: cristiani e musulmani digiunino insieme, preghino insieme per implorare la pace e la riconciliazione nella costa siriana e in tutto il paese.

Questo richiamo parte dal monastero fondato da un gesuita italiano, Paolo Dall’Oglio, insieme al diacono siriano Jacques Mourad. La comunità che crearono si chiamava al-Khalil, “l’amico di Dio“, nome con cui sia la Bibbia che il Corano identificano Abramo.

L’appello di Jihad Youssef è preciso nei dettagli: “Per il digiuno, ognuno digiuni come ritiene più opportuno. Noi nel monastero digiuniamo con i nostri fratelli musulmani fino all’ora dell’Ifṭār al tramonto e rompiamo il digiuno con loro; alcuni di noi digiunano secondo la tradizione cristiana. L’importante è digiunare, non importa come”.

 

Qui il link completo con l’articolo (da cui abbiamo tratto queste informazioni) del giornalista Davide Romano, che vi invitiamo caldamente a leggere per intero e diffondere, se potete:

https://lacompagniadelvangelo.blogspot.com/2025/03/lappello-del-deserto-i-monaci-di-mar.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR1LJMuGSmTINvLXFyCCt0S3PTsmYbCf80pWSEHiukABNyFr9C8jhpGUjRo_aem_EQNp5RZvDvWtCorvwoQFYw&m=1

Italian Jesuit father Paolo Dall’ Oglio rebuilds the Mar Musa monastery into a center for peaceful dialogue between Christians and Muslims.
Monks and nuns at the monastery.
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