Mt 6, 1-6
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
In questo brano Gesù ci chiede un comportamento diametralmente opposto a quello che ci offre e ci invita a seguire la società contemporanea dell’individualismo.
Invece che apparire sulle copertine, mostrarsi in vetrina, essere sulla bocca di tutti e riscuotere approvazione tra la gente, Gesù ci chiede di raccoglierci nel silenzio, appartarci in penombra, lasciare spazio, non invaderlo con il nostro ego.
In sintesi ci chiede autenticità. Gesti semplici, ma carichi di verità, piuttosto che azioni eclatanti riempite solo dall’illusione di essere apprezzati dal mondo. “Entra nella tua camera, chiudi la porta”, raccogliti nell’intimità di uno spazio che percepisci come luogo sicuro, protetto, isolato. La ricompensa, per chi la cerca nel consenso e nell’ammirazione degli altri, si esaurisce nell’istante in cui si manifesta, mentre col Signore si rinnova ogni volta una promessa di amore fedele ed incondizionato sempre a disposizione, che può trasformarci nel profondo, visibile però solo nel segreto di una stanza chiusa.
L’invito è quello di trovare del tempo quotidiano per la preghiera, per il silenzio e la contemplazione, pratiche che appaiono così anacronistiche, ma che in realtà a distanza di millenni ancora risultano essere le uniche veramente efficaci per essere “simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Mt 7, 24-27).
“Il silenzio interiore è molto difficile, ma noi dobbiamo fare lo sforzo di pregare.
Nel silenzio troveremo nuova energia e una unione vera con Dio.
La sua forza diverrà la nostra per compiere bene ogni cosa e così avverrà per l’unione dei nostri pensieri con i suoi, per l’unione delle nostre preghiere con le sue preghiere, per l’unione delle nostre azioni con le sue azioni, della nostra vita con la sua vita.
Tutte le nostre parole saranno inutili a meno che provengano dall’intimo di noi stessi.
Le parole che non danno la luce di Cristo aumentano in noi il buio. Tutto ciò richiederà molto sacrificio, ma se intendiamo veramente pregare e vogliamo pregare dobbiamo essere pronti a farlo ora.
Questi sono soltanto i primi passi verso la preghiera’, ma se mai ci decidiamo a fare con determinazione il primo passo, mai arriveremo all’ultimo gradino: la presenza di Dio.”
(Madre Teresa di Calcutta)
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