Cliccando, trovi la preghiera per la custodia del creato, consegnataci da Papa Francesco nel maggio 2020
LS n 101
A nulla ci servirà descrivere i sintomi, se non riconosciamo la radice umana della crisi ecologica. Vi è un modo di
comprendere la vita e l’azione umana che è deviato e che contraddice la realtà fino al punto di rovinarla. Perché non possiamo fermarci a riflettere su questo?
Propongo pertanto di concentrarci sul paradigma tecnocratico dominante e sul posto che vi occupano l’essere umano e la sua azione nel mondo.
Se potessi condensare tutto il capitolo terzo della “Laudato si’”, direi che i sintomi delle varie crisi moderne vanno
ricercate nell’aver perso il senso dell’uomo come “persona integrale”.
Quando insegnavo, non condividevo le varie educazioni settoriali (alimentare, sessuale, stradale…) perché sono fortemente convinto che compito della scuola è l’educazione integrale della persona attraverso l’apprendimento.
A nulla vale l’apprendimento se ad esso non corrisponde un comportamento.
Così vale anche per il rispetto del creato. Si rispetta il creato se lo si ama. E per amarlo bisogna contemplarlo. Nella scuola d’oggi non educhiamo più bambini e ragazzi a stupirsi: a guardare in alto, a cogliere la bellezza di un cielo stellato, di incantarci davanti alle vette innevate delle Alpi, a fermarci per udire il cinguettio di un uccellino…
Un consiglio per gli insegnanti d’oggi? Smettetela di portare in gita i ragazzi a Venezia, a Roma o all’estero. Esplorate l’ambiente che vi sta attorno: un metro quadrato di prato, il tronco di un albero, la vita in una pozza d’acqua. Per amare il creato occorre avere il senso dell’infinito che si coglie osservando il tramonto del sole e non perdere il gusto delle grandi attese, degli interrogativi profondi, degli ampi orizzonti, cioè educare al bello, che è fonte di bene e di
vero.
Edoardo Zin
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