Luca 4,31-37
In quel tempo. Il Signore Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!».
E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?».
E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
L’insegnamento di Gesù che aveva provocato l’ira degli abitanti di Nazaret, qui a Cafarnao suscita un’esplosione di entusiasmo. Gesù stupisce per quello che dice ma soprattutto per come lo dice, perché ha la capacità di rendere la sua parola credibile e accettabile dai suoi ascoltatori.
Gesù è un Rabbi ma soprattutto è riconosciuto come tale: ha competenza nello spiegare le Scritture ed insegna in una maniera che la gente percepisce come nuova.
Anche l’evangelista Matteo sottolinea questo aspetto del Maestro: “…egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi” (Mt. 7,29).
La sua autorevolezza è dunque quella di un profeta.
Ma nel passo di Vangelo che oggi meditiamo si affaccia un altro protagonista, il demonio, che sfida Gesù. Come spesso accade, nelle parole del Nemico si rivela, paradossalmente, una profonda verità. Il demonio riconosce che Gesù è il Santo di Dio perché ovunque andava rimuoveva e distruggeva tutto ciò che era immondo, impuro: il male, il peccato, le infermità, la morte. Il demonio dice la verità: Gesù è venuto nel mondo per rovinare il demonio stesso, per vincerlo!
Riconoscere la santità di Dio, da parte del demonio, è la dichiarazione di una coscienza lucida che sa, ma che è staccata dal cuore, che vuole affermare il contrario del bene. Il demonio opera perché ci sia scissione nell’uomo tra mente e cuore, tra verità e bene: ognuno di noi ha bisogno di essere liberato da questo male che ci impedisce di volere il bene.
Così scrive papa Francesco: “Pensiamo a quale grande grazia è per noi aver conosciuto questo Dio così potente e così buono! Un maestro e un amico, che ci indica la strada e si prende cura di noi, specialmente quando siamo nel bisogno”. Gesù è venuto dunque a liberarci da tutte le forme possibili di male. Questa liberazione è prodotta dalla potenza della sua Parola: tocca allora a ciascuno diventarne umili e fedeli ascoltatori.
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