Mc 8, 34-38
In quel tempo. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, il Signore Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?
Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi.
Oggi si parla di noi! Stolti o sapienti?
Qui ricorrono tre verbi che non possono lasciarci indifferenti: perdere- guadagnare- salvare.
E siamo “campioni di Europa” da due settimane, ma qui rischiamo di PERDERE ora: cosa di così importante? La questione in gioco è seria ed è la VITA!
Considerazione banale: nessuno vuole perdere. La domanda vera allora è: come si vince? o come ci si salva?
Gesù sembra fare una proposta azzardata: rinnegare se stessi per vincere la vita!
Che la vittoria per Gesù sia la salvezza è chiaro! Allora non è un desiderio buono quello di “salvare la propria vita”?? Forse ci vuole insegnare un modo per saper “perdere” (è un’arte che anche nello sport non tutti hanno)
Evidentemente il nostro modo di intendere una vittoria presuppone cose diverse da quelle di Gesù: per noi è non fare fatica, evitare dolori, saltare le difficoltà, avere una strada liscia e dritta davanti a noi, magari far inciampare il “concorrente” che ci sta addosso, il collega sul posto di lavoro, non prestare attenzione ai bisogni del vicino, mettere avanti i nostri bisogni..
C’è un “ma”; c’è quel “prenda la sua croce” (v.34): non è un invito al masochismo, all’accettazione passiva del dolore, anzi, è un farsi carico della realtà, provare a vivere le situazioni più faticose della vita imparandole a condividere con D-o e con gli altri che ci sono accanto, “portare i pesi” con la fiducia che il male non ha l’ultima parola, ma è stato sconfitto una volta per tutte, da Gesù in Croce.
Quella poteva essere scambiata per la più pesante delle sconfitte, invece grazie alla fedeltà si è trasformata nel più grande trionfo della gloria di Dio, in Amore!
“Collocazione provvisoria” diceva don Tonino.
Ci sono altre due questioni a seguire: per cosa o per chi val la pena vivere? Non siamo davvero padroni della nostra vita, nulla potremmo restituire a D-o per tutti i doni ricevuti, a partire dalla vita stessa che non abbiamo chiesto ma solo ricevuta gratis.
Ecco perché nulla di denaro o cose può bastare per “assicurarci” una vita felice o salva. Solo il rapporto con D-o di Gesù Cristo nella Comunione dello Spirito ci salva e ci dona gratis una vita piena e felice, nonostante tutti i problemi che ci possono capitare. È considerare la vita come dono, ricevuto ed offerto!
Noi crediamo sia saggio GUADAGNARE, accumulare, possedere, raggiungere obiettivi, fare carriera, soldi, avere successo, donne, oppure che essere forti sia schiacciare gli altri, rispondere a tono, farsi valere, affermare la propria idea, invece D-o ci propone ciò che sembra debole e stolto: “morire” per gli altri, servire in silenzio, offrire tempo per qualcuno, aiutare chi ha bisogno…”Chiesa del grembiule” direbbe sempre don Tonino
..il tutto non col musone, ma con gioia e cuore lieto, non per far vedere quanto bravi siamo, ma proprio per il Signore, come Davide, che non si cura degli aspetti convenzionali, usanze, galateo o degli schemi mentali dei benpensanti ma guarda alla sostanza del suo rapporto con il Signore, basato sulla riconoscenza e la festa, la condivisione, la fiducia! Accetta di sembrare “piccolo” agli occhi di chi si sente sapiente, per essere solo così “grande” agli occhi di Dio.
Chiediamo l’audacia di essere testimoni credibili, non perché stiamo nelle “regoline” o perché appariamo “persone per bene”, ma un po’ “irriverenti” in quanto “giusti”, “uomini e donne di Bene”, come don Tonino Bello nella malattia e tutto il ministero episcopale o Aldo Moro assassinato durante il suo servizio alla Politica o Rosario Livatino giovane giudice nella Giustizia, che hanno offerto la loro vita per Amore, a causa del Vangelo di Gesù Cristo.
“Se mi regalate 1 milione di voti ma mi togliete un atomo di verità, sarò un perdente” diceva Aldo Moro: e noi che VITTORIA inseguiamo?
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