Lc 17, 7-10
Il Signore Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”?
Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Il brano di oggi ci invita a riflettere sullo stile che un cristiano deve assumere nella propria quotidianità: Gesù infatti sottolinea l’importanza del servizio.
Viene messo in evidenza come colui che vuole mettersi alla sequela di Gesù debba ragionare secondo logiche differenti rispetto a quelle del mondo. Riecheggia la frase che Gesù pronuncia durante la lavanda dei piedi: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.” (Gv 13,14)
Il servizio viene descritto come cifra cruciale dell’agire cristiano: viene sottolineato come servire sia da intendere come sinonimo del verbo amare, un amore che ha come elemento fondamentale la gratuità. L’invito infatti è agire secondo una prospettiva che non mette al centro il proprio interesse, ma che al contrario si basa sul dono di sé incondizionato.
È un invito a prendersi cura dei più fragili e di coloro che ci chiedono aiuto, facendoci strumento e presenza presso di loro dell’amore di Dio. Gesù, infatti, pone davanti a noi una missione che ci chiama ad essere strumenti nelle mani del Padre, ci invita a mettere da parte il nostro egoismo e a lasciarci plasmare dalla sua volontà, consapevoli che in essa risiede la nostra felicità.
Chiediamo al Signore di accompagnarci e sostenerci in questo percorso che ci invita ad assumere il suo sguardo verso chi ci chiede aiuto, nel quale dovremo vincere la tentazione di porre noi stessi al centro, ma di vivere pienamente la virtù dell’umiltà come recita Maria nel Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della
sua serva. (Lc 1, 16-48).
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