La bellezza è negli occhi di chi contempla

Il periodo di Avvento

Il periodo di Avvento

Il periodo di Avvento ci mette in cammino, risvegliando in noi il desiderio dell’incontro con il Signore, che viene!

Dalla prima domenica la liturgia richiama la necessità di convertirsi, di smettere i comportamenti rovinosi che ci fanno vivere nelle tenebre, altrimenti non saremo pronti nel giorno in cui il Signore ci verrà incontro. Il brano di Lc 21,5-28 usa termini gravi e ci prefigura tempi terribili ma solo per ricordare che la vita è “dramma” ovvero, letteralmente, azione da compiersi, decisione, per scongiurare una fine nefasta. Infatti tutto è teso alla speranza della salvezza, alla Luce che sconfigge la paura anche di eventi drammatici, come già ricorda il brano profetico di Isaia della 1° lettura.

Anche la 2° domenica di Avvento ricorda ai figli del Regno che esso è già presente in mezzo a noi e chiede una conversione del cuore, un cambio di rotta, per camminare più sicuri nella via che Dio ci indica: già in Isaia 19, 18 seg. il profeta dice che il Signore aprirà una strada per il popolo di Israele in mezzo agli altri popoli. E lo stesso avviene con l’introduzione della figura di Giovanni il Precursore, colui che è chiamato ad annunciare questa nuova Via che porta a Gesù, Messia e Figlio di Dio. È l’annuncio esplicito in Marco 1,1-8!

L’Avvento ci ricorda la prima venuta e la promessa del ritorno di Cristo, in particolare nella 3° domenica: le profezie si sono realizzate! il Signore nella storia è stato dalla nostra parte (Isaia 45, 1 seg) e continua a venire per offrirci la sua salvezza, a portarci la Lieta Notizia della liberazione da tutti i mali, risanando la vita degli esclusi, degli ultimi, dei poveri (Luca 7, 18-28). In questo tempo siamo chiamati a riscoprire questi segni visibili della sua presenza in mezzo a noi, in attesa del compimento definitivo!

Ce lo ricorda bene il brano della 4° domenica che sembra catapultarci a Pasqua, con l’ingresso di Gesù a Gerusalemme (Luca 19,28-38) ; ci riscalda il cuore, invece, perché ci dice che Dio vuole entrare in ogni città, in ogni vita, in ogni cuore! Ci si avvicina davvero al mistero dell’Incarnazione, del Mistero di Dio che diventa uomo, assumendo la nostra carne per condividere la nostra condizione umana (Ebrei 2, 5 seg).

E nella stessa direzione si colloca la liturgia della 5° domenica, con il ritorno della figura di Giovanni “amico dello sposo” (Giovanni 3,23 seg), a rinnovare la predisposizione del cuore all’accoglienza, a mettersi a servizio dell’annuncio della Parola, a perseverare nella vigilanza, a prepararsi alla gioia, come fece il popolo ebraico attendendo il ritorno dopo l’esilio, sperando in un futuro di pace nella sua casa (Isaia 30, 18 seg).

L’ultima domenica ci fa immergere nel Mistero della Divina Maternità di Maria, ci accompagna decisamente al Mistero del Natale. Lei ha preparato il cuore, ha vissuto l’attesa carica di Grazia, ha saputo accogliere l’annuncio dell’angelo. Il Salvatore sta per venire, grazie anche al suo coraggioso Sì. L’annunciazione  (Luca 1,26-38) ci ricorda il legame a filo doppio fra Maria e Suo Figlio Gesù, fra Dio e l’umanità, ultimo passo per vivere il Natale del Signore, con un cuore rinnovato dalla Sua vicinanza e cura per ciascuno di noi.

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