La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Antonio

s. Antonio

Mc 3, 7-12
Il Signore Gesù con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.

 

Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.

 

Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

La folla richiama il caos, il disordine, il rumore che spesso non ci consente di ascoltare; l’annebbiamento della vista causato dalla stanchezza che non consente di vedere con chiarezza. 

È come se questa volta, leggendo il Vangelo, la folla fossi io: ogni persona è un pensiero che affolla la mente e disorienta il mio cammino, è un pensiero di sconforto, un sentimento di rabbia o paura. È quanto c’è nel cuore che, quando prevale e corre urlante verso il Signore con la pretesa di guarire o di avere il miracolo, ottiene l’effetto opposto. Cioè qualche passo indietro del Signore, che prende la distanza per non
essere schiacciato e ridotto in mille pezzi dai miei pensieri confusi e dai miei sentimenti senza speranza. 

La distanza però offre la possibilità di ricordarmi che fuori di me, tutta attorno a me e anche dentro di me, c’è una presenza di Bene che mi guarda. C’è l’Amico che dalla sua barca ha lo sguardo e il cuore fisso su di me e mi ama nella mia totalità.
La distanza mi serve per lasciare indietro quanto appesantisce il cammino, le zavorre che schiacciano la mia vita, e fare qualche passo in più, desiderosa di ritornare all’essenzialità.

Quest’ultima non è altro che l’abbraccio amorevole del Padre e l’abbandono della disperazione, che si appropria della mia vita quando la folla occupa insistentemente il mio cuore e la mia mente, togliendo spazio alla Vita Vera.
 
Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare” (Papa Giovanni XXIII)

– Quali sono i miei pensieri confusi, la “folla” che causa un allontanamento da Dio?

– Volere una cosa con prepotenza e solo per usufruire dei suoi frutti ne può causare la perdita, pensiamo ai beni comuni. Quali beni comuni da preservare mi vengono in mente? Cosa posso fare io perché rimangano tali?

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