La bellezza è negli occhi di chi contempla

Le parole del Sinodo | ASCOLTO

Le parole del Sinodo | ASCOLTO

Eccoci alle prese con la 4° parola, davvero centrale, non che quelle finora incontrate (popolo di Dio – fraternità – comunione) lo siano state di meno.

Ascolto è il compito della prima fase, cui è dedicato almeno tutto questo primo anno 2022 di avvio del cammino sinodale, e quindi molti di noi lo stanno vivendo.

Io ho avuto la grazia di vivere due incontri importanti in cui ho potuto ascoltare, io che di solito parlo molto e lascio poco spazio agli altri, che prevengo sempre, anticipando e questo – mi rendo conto- non sempre è molto rispettoso e sicuramente rischia di passare per un atteggiamento poco accogliente ed umile.

 

Perciò parto dal citare un passaggio per me fondamentale del breve saggio scritto da Gabriele Cossovich in “Dal basso, insieme. 10 passi per una chiesa sinodale” (ed InDialogo, 2021):

Disporsi all’ascolto significa questo: essere disponibili a lasciarsi scalfire dall’altro, mettere la verità di cui l’altro è portatore prima dei propri schemi e delle proprie convinzioni. Abbandonare la pretesa di possedere da soli la verità tutta intera.”

 Se fosse anche solo questo un frutto buono dell’esperienza del gruppo Barnaba -di cui sono parte- allora il percorso sinodale non è stato proposto invano: la mia conversione all’ascolto. E mi piace la nota iniziale di Gabriele – non scontata!- “ascolto della Parola, dello Spirito, del popolo di Dio”. È esperienza di uscita da sé.

A livello personale, e così dovrebbe essere a livello di gruppo, di comunità, di Chiesa…

Lo è stato perfino per Gesù che deve allargare la sua proposta pure a chi non apparteneva al popolo di Israele, grazie ai tanti incontri avvenuti con chiunque, centurioni romani, samaritana e anche una donna siro-fenicia (episodio citato nel saggio).

 

La chiesa, durante e appena dopo la prima fase di pandemia quando abbiamo vissuto anche “il digiuno eucaristico” perché impossibilitati ad uscire anche per assistere alla Messa, come ha ripreso le proprie attività? Che spazio ha dato all’ascolto di quanto vissuto e subito dalla gente? oppure ha avuto solo l’urgenza di ripartire con le solite vecchie iniziative e celebrazioni?

 

“Disporsi all’ascolto significa, invece, accettare la fatica di aprirsi a prospettive nuove, pur se imprevedibili e scomode; deporre il già noto e lasciar emergere domande..”

Poteva essere l’occasione di discernere quali erano le proposte che già prima erano in crisi, interrogarsi su cosa è essenziale, cosa occorre modificare…. Il sinodo avviato in questa fase torna ad essere un’opportunità di “mettersi in ascolto della realtà, accogliendo ciò che essa svela”.

Davvero non è scendere a compromessi e offrire ciò che la gente si aspetta…. È ascoltare la voce dello Spirito, tramite la Parola, il dialogo nella Comunità, e fuori la comunità ecclesiale. Per questo papa Francesco ci spinge ormai da almeno 8 anni ad “uscire”! La Chiesa non solo evangelizza, ma si lascia evangelizzare! (Evangelii Gaudium n.198)

Il cammino sinodale – sottolinea Gabriele- sia una possibilità di riscoprire la vocazione “missionaria” della Chiesa, di arrivare a tutti con l’annuncio, anche agli ultimi, perché “vive con loro la stessa vita”: “solo un Vangelo vissuto pienamente nel mondo potrà essere credibile”.

 

Domande per la riflessione, personale e comunitaria:

  • Come Chiesa quali occasioni abbiamo di incontro e confronto con chi vive prospettive diverse?
  • Siamo disposti a “purificarci” da pregiudizi, contrapposizioni, resistenze, attaccamento a certezze?

 

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