La bellezza è negli occhi di chi contempla

ss. Marcellino e Pietro

ss. Marcellino e Pietro

Giovanni 15, 18-21
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli:

 

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.

 

 

Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”.

 

Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato»..

Capiamoci: lo scenario delle attività dell’uomo lo ha creato Dio Padre e costituisce la condizione per vivere il nostro passaggio di esistenza terrena. Ed era cosa buona. E bella.
Ma nel rapporto tra le persone qualcosa si è fratturato: vi è una sorta di onda di risonanza che governa naturalmente la relazione tra me e gli altri, le regole di convivenza e l’economia, la politica e la sociologia.

E tutto ciò è il “mondo”, che per Giovanni non è altro che l’uomo in quanto agisce avendo come principio della propria azione la paura e l’egoismo, il desiderio di salvarsi la pelle a tutti i costi che lo chiude in sé e gli fa rendere tutto funzionale alla propria conservazione.

E’ la “concupiscenza della carne”, cioè la brama di avere, di soddisfare tutti i propri bisogni, la brama degli occhi, la brama dell’apparire, del potere. Per lenire la paura dell’infelicità.

Gesù è venuto a testimoniare che il mondo è comunque “creatura” di Dio. Noi siamo figli di Dio e fratelli, ed è bello vivere da figli e da fratelli.
E la Sua pretesa è che la nostra felicità passa solo dall’affidarsi totalmente al Padre.

Preghiera

Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si disperde il fumo, tu li disperdi;
come fonde la cera di fronte al fuoco,
periscano gli empi davanti a Dio.
I giusti invece si rallegrino, esultino davanti a Dio
e cantino di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
spianate la strada a chi cavalca le nubi:
«Signore» è il suo nome, gioite davanti a lui.
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.

(dal Salmo 68)

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