La bellezza è negli occhi di chi contempla

L’AMICIZIA ci rende invincibili

L’AMICIZIA ci rende invincibili

 

 “Chi trova un amico trova un tesoro” (Sir 6,14)

Premetto che queste riflessioni non potranno essere brevi, perciò prendetevi una ventina di minuti per leggere, perché l’amicizia è un’esperienza di vita talmente ricca per me che ne avrei troppe da raccontare! Inizio così:

Solo gli amici ti salvano la vita e solo agli amici riesci a dare la vita” è una frase sintetica di un testo scritto da don Luigi Maria Epicoco (“Marta, Maria e Lazzaro” Tau Editrice, 2019) che vi consiglio vivamente, sul valore dell’amicizia per Gesù.

Senza amici non si comprende il Vangelo”: altra frase illuminante e provocante!

 

La ricchezza della Buona Notizia si può comprendere davvero solo vivendo un’amicizia, cioè la prima basilare forma di amore gratuito, senza nulla togliere all’amore genitoriale per un figlio che credo abbia un coinvolgimento e un’esistenza del tutto singolare, almeno quanto l’amore coniugale.

3 misteri grandi segni di un Amore più grande che è comunque Dono, ovvero originato dallo Spirito di Dio, che ci permette in qualche modo di amare gratis, per sempre, gioiosamente le persone care che abbiamo nella nostra vita, scelte o meno.

Davvero l’amicizia è “cosa sacra” per me, ha un valore inestimabile, un tesoro per la vita, appunto.

Manca un sacramento dell’amicizia, quasi rubo l’idea al monaco Enzo Bianchi in un post che mi è capitato di leggere, dicendo che in pochi sono in grado di viverlo a pieno.

 

Confermo, perché più passano gli anni e più mi sto rendendo conto di quanto non sia facile vivere anche solo l’amicizia, se la prendiamo seriamente.

A livello infantile ed elementare, si vivono le prime forme di amicizia nel giocare piacevolmente con chi stai bene, con chi ti tratta bene e ti fa sentire contento; poi cresci e già alle elementari crescono le prime rivalità fra compagni di classe, capisci che non sono sempre tutti buoni con te anche se tu fai del tuo meglio, che qualcuno invidioso c’è e inizi a ricevere le prime parole non buone, che crescono sicuramente nella fase preadolescenziale delle medie dove gruppetti, chiacchiericcio, confronti senza pietà, prime divisioni la fanno da padrone, almeno nelle aule, e le prese in giro o gli sfottò esistono anche nei gruppi dell’oratorio. Si inizia, però, anche a condividere seriamente le prime esperienze belle di amicizia più profonda, giornate intere fino a tardi, in bici in giro per il paese, le ore al parco, a casa degli amici nelle taverne, e chi più ne ha più ne metta.

Poi in gioventù inizia la prima scrematura, il gruppone della “compagnia” si assottiglia, le strade iniziano a dividersi anche quelle di fede e di oratorio; dopo le superiori i mondi iniziano a moltiplicarsi e disgregarsi, restano solo poche di quelle originarie amicizie dell’asilo; l’università e il lavoro spalancano prospettive diverse, ampie, meno rassicuranti ma stimolanti.

 

Tutto questo per la prima banale considerazione: il tempo è una prima condizione rivelativa del vero rapporto di amicizia. Non quanto dura un’amicizia– anche se apparirebbe così dalla mia descrizione cronologica del tempo che passa- no, dalla qualità della vita condivisa, per cui ciò che di bello si è vissuto insieme resta bello nei ricordi di infanzia e gioventù, anche se le strade ad un certo punto non si incontrano più.

Seconda banale considerazione: non importa quale sia l’età o il momento della vita in cui si conosce una persona! Dipende da noi dare a ciascuno l’opportunità di diventarci amico. Anche quello “dell’ultima ora” può rivelarsi un grande amico! Non si è mai troppo “grandi” per diventare amici! Ho in mente persone conosciute nel mio ultimo anno di vita che si dimostrano gentili, attente, affettuose forse anche più di amici di “vecchia data” e questo mi colpisce sempre positivamente… però mi viene anche da dire se non sia quasi colpa mia: le persone fanno fatica a restarti amiche perché non sono una bella persona…. Ahahah…

Forse è vero che non tutti i rapporti vivono della stessa intensità e profondità a lungo, che alcuni legami si affievoliscono: ecco questa è una delle mie più grandi fatiche. Credo che dietro ci sia una sorta di egoismo e egocentrismo pazzesco che mi fa sperare che il mondo dei miei amici giri intorno a me, almeno tanto quanto la mia vita gira intorno a loro! Credo che dentro questo sentimento si nasconda molta “pretesa” che nutro nei confronti degli altri.

Oppure solo il desiderio che le amicizie non finiscano mai!?

Amicizia invece è rispettare la diversità dell’altro, dei suoi tempi, della sua vita, tenere la porta sempre aperta, accoglierlo per davvero, riconoscere i suoi bisogni, i suoi momenti e volergli bene lo stesso per come è, per quello che sta passando, per lo stile della sua vita diversa dalla tua…..

Che fatica!

D’altra parte, mi rendo conto che anche per me a volte è difficile essere amica delle persone cui voglio bene, soprattutto quando sono loro -soprattutto in questo periodo- a vivere situazioni difficili in cui avrebbero bisogno del mio sostegno e mi rendo conto di non poter arrivare dappertutto. Mi chiedo, allora, quanto possa essere vero o meno il detto adolescenziale per cui l’amico è colui che “c’è sempre” accanto a te. Mi chiedo davvero cosa voglia dire “stare accanto” e sostenersi, quale sia la intima condivisione da amici che si può vivere anche da adulti. Una chiamata, un messaggio, una preghiera di affidamento sono sufficienti?

Eppure non più tardi di due settimane fa ho sperimentato quanto ricca sia la mia vita, grazie alle tante persone che si ricordano di me e si sono fatte vive, con messaggi e altro durante la settimana di reclusione da covid! È bello sapersi nei pensieri di qualcuno…

Allora il terzo aspetto -stavolta spero non banale ma significativo- è presenza! Ci sono diversi modi per esserlo, manifestarlo, esprimerlo, a volte anche solo nel pensiero! Il legame spirituale di un’amicizia vera è indissolubile.

Sto leggendo l’introduzione di un libro di Teologia che ha come oggetto la Dottrina Sociale, che inizialmente verte sui “beni” essenziali dell’essere umano, fra cui la compagnia: essa è un bisogno concreto e materiale; l’amicizia è invece quel bene disinteressato, bello, gratuito che dice l’amore che è Bene spirituale, appunto, cioè un di più, come piace dire a me.

 

So di essere già stata troppo lunga, e non aver detto nulla di nuovo o rilevante, ma vi assicuro che non è stato facile mettere per iscritto pensieri e riflessioni che sto vivendo da diversi mesi a questa parte.. comunque in qualche modo proverei a concludere.

Credo che essere amico sia una sfida, racchiuda una promessa, sappia di eternità, è un dono, un carisma, uno stile di vita, un “lavoro artigianale fine e paziente”. Richieda empatia, disponibilità, apertura, “uscire da sé” -direbbero gli psicologi della fase evolutiva-, una capacità di adattamento, di mettersi in gioco e desiderio di cambiare! L’amico è colui che ti aiuta a crescere, che sa vedere il buono in te, ti fa notare le mancanze ma ti sta vicino lo stesso perché ti vuole bene così come sei, ti accetta per come sei ma non smette di stimolarti, farti camminare, migliorarti perché ha stima di te e ha fiducia nelle tue possibilità. È uno che sa tutto di te e ti vuole bene.

Viene da dire che proprio Gesù è l’esempio di amico cui guardare per dare senso alle nostre “semplici” e ricche amicizie, imperfette, belle, grandiose, sorprendenti.

A volte mi chiedo cosa ho fatto per ricevere in dono “da amici” certe persone e ringrazio Dio per avermele fatte incontrare; a volte quando sono delusa e amareggiata mi lamento pensando di non ricevere abbastanza.

La “soluzione” che oggi ancora una volta mi do è quella di smettere di calcolare e misurare, di pretendere o recriminare, di dovere fare per gli altri quello che vorrei ma che non sono nelle possibilità di fare.

Tornare a quel “dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13), smettendo di pensare a frutti o tornaconti, ma semplicemente provare ad amare chi incontro nella mia strada.

L’amicizia per me è e resterà sempre una fantastica prova dell’esistenza di Dio!

Non si è amici per caso, magari non sempre si sa perfettamente perché lo si diventa, ma sicuro si sa quanto “impegno” e “amore” ci si mette per coltivare la relazione perché diventa una scelta rimanere tali. Questione di scelta, valore, libertà, che fanno dell’amicizia uno dei Beni essenziali della vita, di cui nessuno vorrebbe essere senza, nemmeno dopo fallimenti, delusioni, tradimenti, incomprensioni.

 

Ringrazio Dio per non farmi mancare amici che mi testimoniano la bellezza e la possibilità del tenere vivo il ricordo (restare nel cuore), anche dopo silenzi o difficoltà; ringrazio per quelli che sono stati amici e magari non lo sono più come una volta; ringrazio per quelli cha ancora mi donerà nel resto della vita.

Chiedo la perseveranza di non abbandonare io i miei amici anche quando la strada si fa buia. Chiedo a Lui di restare sempre amico fedele, certa che Lui non lascia solo mai ciascuno di noi!

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