Il vangelo di oggi ci aiuta a riflettere sul comandamento che dice “non uccidere”. Ma cosa significa questa parola così forte?
Il verbo “uccidere” deriva dall’antica lingua latina e significa “tagliare”. Chi uccide, quindi, taglia qualche cosa. Lo capiamo bene quando ascoltiamo la storia di Caino e Abele nella prima lettura.
Caino non riesce a trattenere la sua rabbia e così uccide Abele. Spegne la vita del fratello e taglia i rapporti con lui. Proprio Caino, infatti, afferma di non sentirsi custode del proprio fratello, come se non conoscesse Abele.
Ecco allora il senso del vangelo di oggi.
Gesù ci insegna che “non uccidere” ha un significato ampio e vuol dire non tagliare i legami che ci uniscono alle altre persone.
La rabbia esagerata, l’insulto, la presa in giro, le invidie tagliano i rapporti.
Come ripete papa Francesco, sulla Terra donne e uomini sono fratelli e sorelle tutti: nessuno escluso! Non uccidere allora vuol dire prenderci cura di questo legame che ci fa vivere l’umanità come una sola grande famiglia.
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Immagina la tua famiglia allargata e prova a disegnarla!
Mamma, papà, fratelli, sorelle, cugini, nonni e nonne, ma anche vicini di casa, compagni di scuola, bidelli e allenatori, amici del mare…
Cominciamo così a pensarci come una sola grande famiglia.
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