La pace si costruisce creando e coltivando buone relazioni: mentre in Europa si parla di come far cessare la guerra, a Lecco si vivono buone pratiche per prevenire i conflitti.
Venerdì 1 luglio si è svolta la cena della fraternità universale, seconda edizione, ispirata al documento sulla fratellanza di Abu Dhabi.
I tavoli erano collocati sulla strada e in uno spiazzo nel quartiere di Chiuso, per iniziativa di quattro protagonisti fondamentali: Casa sul Pozzo, Centro Assalam, Cpia (centro di formazione per adulti) e parrocchia di Chiuso e Maggianico.
Giovani italiani e giovani di altri paesi hanno servito gli ospiti lecchesi di origine o lecchesi di immigrazione.
Una cena con l’obiettivo di conoscersi e un dopocena per visitare gli spazi del capannone – moschea e gli spazi della casa sul pozzo.
L’imam e i sacerdoti presenti, che si conoscono da tempo, hanno reso visibile la stima reciproca e la volontà comune di garantire la libertà religiosa in tutte le sue espressioni.
Mangiare insieme, ravioli e cous cous, permette di stare vicini e conoscersi come cittadini dello stesso territorio, per una città più fraterna.
È stata una bella esperienza che ha coinvolto oltre 200 persone, allegre, pazienti, curiose, capaci di facilitare buone relazioni e quindi di prevenire i conflitti, con una cena condivisa.
Un grande grazie a tutti coloro che credono in queste “buone pratiche di vicinato”.
Silvia N.
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