La bellezza è negli occhi di chi contempla

s.Enrico

s.Enrico

Lc 8, 19-21
Andarono dal Signore Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».

 

Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la
mettono in pratica.

Oggi Gesù mette in crisi le nostre sicurezze, mostrando che la familiarità con Lui non è determinata da una rapporto di sangue o da una conoscenza superficiale.

Gesù sottolinea che per avvicinarci e vivere in pienezza la relazione con Lui è necessario sintonizzarci sulla Parola di Dio e far sì che essa guidi i nostri passi e le nostre scelte nella vita di tutti i giorni. Gesù chiede a chi vuol seguirLo di non solo porsi in ascolto, ma di lasciarsi convertire e guidare dal messaggio della Sua Parola.

Viene posta al centro del discorso l’importanza dell’ascolto e quindi della preghiera come kayròs, ovvero “occasione propizia” e “tempo opportuno” per conoscere la volontà di Dio sulla nostra vita. Al cristiano viene chiesto di lasciarsi plasmare, consapevole che nel progetto di Dio è presente la nostra felicità, anche se a volte risulta difficile fare questo passo.

Riecheggia un altro passo evangelico nel quale Gesù c rincuora dicendo che “non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o
padre o figli o campi a causa mia e a causa del Vangelo che non riceva già al presente cento volte tanto” (Mc 10,29-30).

La domanda che ci si può porre è: “Come posso mettere in pratica la Parola di Dio?”. La risposta sta in un verbo dal significato profondo: “amare”. Essere in grado di farsi prossimi a chi chiede il nostro aiuto o si trova in difficoltà. Sarà l’occasione per scoprire che vivere questa vicinanza è la
chiave per la nostra felicità.

E come si può fare questa esperienza? Lasciamoci guidare da una riflessione di don Tonino Bello che sosteneva

“Amare, voce del verbo morire, significa decentrarsi. Uscire da sé. Dare senza chiedere. Desiderare la felicità dell’altro”.

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