La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Giovanni Eudes

s. Giovanni Eudes

Luca 11, 46-54
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi.
 
Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario.
 
Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
 
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
In questo brano Gesù sembra rimproverare aspramente i dottori della Legge: usa un linguaggio duro e termini forti, certamente però l’intento di Gesù è quello di far riconoscere a loro, e soprattutto al popolo che li osserva, gli errori che stanno compiendo perché non vengano più ripetuti.
Tra i vari rimproveri che Gesù rivolge ai dottori della Legge quello che mi colpisce maggiormente è di aver portato via la «chiave della conoscenza».
Ma a cosa si riferisce Gesù con questa espressione? Immagino che si riferisca alla conoscenza del Signore, che non è però una nozione da imparare a memoria, ma è la rivelazione del Signore che si fa uomo, in Gesù. I dottori della Legge quindi non solo non hanno voluto conoscere il Signore che si rivelava all’uomo, ma anche lo hanno impedito a “quelli che volevano entrare”. 
 
Se penso a me oggi, mi viene quindi da chiedere: ci sono situazioni nelle quali cerco, più o meno consciamente, di tenere solo per me la «chiave della conoscenza» di Gesù? Ci sono invece atteggiamenti con i quali aiuto le persone che mi sono accanto ad incontrare il Signore?
 
E allora, riprendendo le parole di San Giovanni Paolo II, l’invito che rivolgo a tutti noi oggi è Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. Solo così infatti, sapremo a nostra volta spalancare le porte della conoscenza ai nostri fratelli e alle nostre sorelle. 
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