Lc 7, 24b-27
Il Signore Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto?
Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di
lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re.
Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua
via”».
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Il brano di oggi ci presenta la figura di Giovanni il Battista, il cugino di Gesù, chiamato ad essere il precursore della venuta del Cristo.
Viene descritto come il Profeta per eccellenza che vive unicamente della relazione con il Signore: ha posto in Lui tutta la sua fiducia.
Giovanni è per noi una provocazione, un monito a lasciarsi trasformare dalla potenza di Dio, consapevoli che la Sua Presenza sarà in grado di essere per noi Sostegno e Forza anche nei momenti più difficili, quando la tentazione più grande è quella di mollare e di abbandonare la sfida
quotidiana di essere testimoni credibili di Gesù.
Al contrario, Giovanni ci mostra come con la Grazia di Dio lavora, plasma, trasforma.
Il Battista non si lascia travolgere dagli eventi, ma ha talmente Fede nel Signore che non smette di dargli testimonianza, soprattutto quando il rischio di perdere la vita ad opera di Erode si sta materializzando.
È un invito a porci alla sequela di Gesù e di farne il centro della nostra vita perché solo in Lui troveremo la PACE, intesa non come assenza di lotta, ma come condizione che fa risplendere la Vicinanza di Dio nella nostra esistenza, soprattutto nelle condizioni in cui tutto sembra difficile e le
nubi si addensano; in quelle relazioni che generano sofferenza e nelle scelte che richiedono coraggio perché spesso costa andare controcorrente e seguire la Parola di Gesù.
In questa giornata proviamo a meditare su queste due riflessioni: la prima è una frase di Bonhoeffer, un teologo protestante che ha donato la propria vita contrapponendosi alla malvagità del nazismo; l’altra è una strofa di una canzone dei Reale, la band di musica cristiana nata nella Comunità Cenacolo di Madre Elvira. Entrambe ci invitano ad essere testimoni credibili del Risorto nella nostra quotidianità, perché consapevoli che Dio è con noi (l’ Emmanuele)
“Comprendete l’ora della tempesta e del naufragio, è l’ora della inaudita prossimità di Dio, non della
sua lontananza.” (Bonhoeffer)
Vogliamo essere ordinaria straordinarietà,
luci nell’oscurità
e testimoni della tua misericordia,
nella quotidianità.
ed anche chi sembra più lontano ti si avvicinerà
(Reale, Alla Porta del Cielo – https://www.youtube.com/watch?v=fR8C4a-HzXo)
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