La bellezza è negli occhi di chi contempla

VI Domenica dopo martirio di s. Giovanni il precursore

VI Domenica dopo martirio di s. Giovanni il precursore

Mt 10, 40-42

In quel tempo. Il Signore Gesù disse:

 

«Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.

 

 

Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

#Bene #straniero #ospitalità #donare #rendereGrazie

Da tutta la liturgia di oggi traggo 3 -4 spunti semplici per me oggi.

-Innanzitutto il bene sta ovunque, anzi come ricorda la Fratelli Tutti, alcuni che non si dicono cristiani compiono la volontà di Dio più di coloro che si dicono fedeli. La vedova di Sarepta non era evidentemente appartenente al popolo ebraico, eppure si comporta in modo profondamente umano da piacere a Dio, praticando l’ospitalità, valore sacro nei secoli, vissuta al tempo di Elia ma non solo, soprattutto in certe regioni desertiche e ovunque.

Impariamo dagli “stranieri”, dagli altri in generale, il bene che si può fare. Mi pare un bel monito per una Chiesa sinodale intenta a riconoscere il seme di vangelo già presente e sparso dallo Spirito “nel mondo”, fuori dal recinto ecclesiale.

 

-Nello specifico, proprio l’ospitalità dovrebbe essere un valore valido (scusate il gioco di parole voluto!), ma mi chiedo: vale ancora? Ne sono capace? Oppure escludo a prescindere chi non la pensa come me, chi ha una visione diversa, chi appartiene ad un altro gruppo o popolo, chi non è del “mio giro”…??

Chi resta chiuso, non solo non si evolve, ma muore: non lo dice solo Papa Francesco, ma la sociologia, la storia degli imperi del passato, addirittura il mondo della natura…

 

-Il caso della vedova di Sarepta mi stimola su un’altra questione che mi sta a cuore, in questi giorni e sempre, nella vita: vale la pena donare o condividere? È vuoto a perdere?

Ho ricevuto un vocale da uno studente che mi dice: “Prof, non perda tempo con chi non se lo merita!” In riferimento al fatto di aver girato un annuncio di offerta di lavoro in una chat w.app ad un vecchio gruppo classe. “Gli altri non le rispondono nemmeno…”

Credo profondamente nel fatto che valga sempre la pena provare a fare il bene, non importa con quanta misura ti venga restituito! Fare il bene non ha prezzo! Dà gioia, tanta! Infatti l’orcio e la farina non sono “finite” ma in un certo senso “moltiplicate”. Questo è il gusto del BENE.

Mi pare anche la giusta sintesi al breve e quanto mai chiaro ed efficace brano di Matteo letto oggi nel Vangelo: spesso fare un gesto di gentilezza, semplice, piccolo, irrisorio, può fare tanto bene a chi lo riceve.

Lo sperimento ogni tanto su me stessa, quando ricevo una foto da una amica da poco conosciuta, un vocale da uno studente, un “come stai?” detto con il cuore, una telefonata cara, un cancello chiuso al posto mio dal vicino di casa quando sono in ritardo e sto uscendo, un piatto caldo pronto preparato dai miei quando l’agenda straborda e il tempo manca…. e così all’infinito: dovrei essere infinitamente grata dei doni gratuiti che quotidianamente ricevo, che cerco di restituire “rendendo Grazie” al Buon Dio, non solo nella Messa oggi, in cui festeggio e rendo Grazie anche per i primi 100 anni dell’AC nella mia parrocchia! Quanto bene ereditato….

Chi spera nel Signore non resta deluso”, ripete oggi il salmo. Sottoscrivo!

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