La bellezza è negli occhi di chi contempla

Il Duomo di Milano

Il Duomo di Milano

Il Duomo di Milano, di cui ricorre l’anniversario della dedicazione la terza domenica del mese di ottobre, è la montagna innevata nel cuore della città e al tempo stesso prato e foresta.

Perchè? Montagna per la sua imponenza, una delle chiese più grandi in Europa, bianca per il marmo di Candoglia con il quale è stato costruito, che seppure venato di rosa e di grigi, dialoga con la catena alpina, ricamando il cielo cittadino sul quale si stagliano i cristalli del suo Gotico Fiorito di cui il Duomo è splendido esempio.

Contrariamente all’uso locale del tempo, il Signore Gian Galeazzo Visconti decise di utilizzare il marmo bianco al posto del tradizionale mattone lombardo per realizzare un’architettura che richiamasse lo stile Gotico Internazionale, ma che si conciliasse con lo stile Romanico Lombardo. I blocchi di marmo furono trasportati dalle cave di Candoglia al Lago Maggiore e poi via acqua lungo il Fiume Ticino, il Naviglio Grande fino alla Fabbrica del Duomo.

Sì, perchè di “Fabbrica” si trattò e si tratta ancora oggi: lo stesso Gian Galeazzo Visconti fondò nel 1387 la Veneranda Fabbrica del Duomo per organizzare al meglio l’edificazione della nuova chiesa che avrebbe coinvolto maestranze di ogni tipo provenienti da tutta Europa: ingegneri ed architetti, lo stesso Leonardo da Vinci, per le progettazioni delle imponenti strutture portanti, scultori e artisti per le innumerevoli strutture decorative gotiche.

Queste ultime consistono in una suggestiva “foresta” di 135 guglie, la maggior parte alte 17 metri, adornate di ben 2300 statue esterne, 96 “giganti”, oltre ad altorilievi e bassorilievi; archi rampanti e modanature sono ornati da doccioni, archetti trilobati, terminali “fioriti” che conferiscono al Duomo il caratteristico stile “fiorito”.

Questo meraviglioso insieme stupisce l’osservatore dal basso specialmente nella zona absidale, la più antica. 

Ma è da una prospettiva differente, quella che si ha visitando la copertura della chiesa, che si ha un percorso di osservazione privilegiato sia del monumento che della città, che negli anni muta il suo skyline che si antepone alla catena alpina sovente innevata. 

Lungo i camminamenti, sulle falde della navata nord, passando sotto la successione di archi rampanti, lungo la salita della facciata a capanna che permette l’affaccio diretto sulla Piazza del Duom,o si hanno fotografie inedite della vita cittadina incorniciate dalle fioriture marmoree.

Giungendo alla terrazza sulla copertura si ha la sensazione di trovarsi in un grande “prato”, eccellente luogo per ammirare e meditare la candida foresta nel suo insieme e nei suoi innumerevoli dettagli.

Dall’osservazione della statuaria ci si rende conto come siano presenti seicento anni di attività artistica che ha concretizzato testimonianze della cristianità, prevalentemente, ma anche di laicità. Oltre alle statue di Santi e Patriarchi, tra le statue laiche compaiono per esempio Dante e Vittorio Emanuele III, ma anche numerosi soggetti: questi ultimi sono probabilmente tra i donatori più facoltosi della Fabbrica del Duomo, destinataria di donazioni e raccolte di fondi da parte dei cittadini di ogni livello sociale.

Con la sua grande mole architettonica, la Fabbrica ha fornito nei secoli una continua possibilità per la realizzazione scultorea, ininterrotta fino al nostro secolo. Negli ultimi decenni sono state collocate le sculture di personaggi contemporanei come i Beati Card. Ferrari, Padre Monti e il Beato don Carlo Gnocchi, che testimoniano come la Fabbrica sia ancora attiva, non solo per le opere di restauro.

La vastissima schiera dei personaggi rimane comunque a livello inferiore rispetto alla statua per eccellenza, la cosiddetta “Madonnina”, collocata alla sommità della guglia principale sopra il tiburio. 

La celeberrima statua dorata, dell’altezza di 4,16 m, rivestita da 33 lastre di rame e 6750  fogli d’oro zecchino usati per la doratura definitiva è il simbolo per eccellenza di Milano dal 1774, anno della sua inaugurazione. 

La “Madunina”, in dialetto milanese, è riferimento sia per il mondo cristiano che laico: per quest’ultimo un segno altamente simbolico è l’imbandieramento nelle ricorrenze cittadine e nazionali, alcuni tra questi: la Festa del Tricolore, le Cinque Giornate di Milano, il 25 aprile e il Primo maggio, per la Festa della Repubblica, il 4 ottobre per i patroni d’Italia, il 4 novembre per la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate.

La statua della Vergine sarebbe dovuta rimanere l’elemento più alto di Milano a protezione della città, dai 108 metri di altezza: per questo motivo la costruzione delle moderne strutture del secolo scorso (la Torre Velasca e la Torre Branca) venne limitata al rispetto di un’altezza poco minore. 

Con l’avvento dei successivi grattacieli, invece, l’altezza del monumento simbolo di Milano si è superato più volte: per questo motivo la città ha attualmente almeno quattro riproduzioni della Madonnina dorata, seppure di dimensioni differenti rispetto all’originale che rimane comunque il riferimento insostituibile dei milanesi.

Arch. Rosy Ghezzi

 

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