La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Giovanni da Kety; s. Pietro Canisio

s. Giovanni da Kety; s. Pietro Canisio

Matteo 23, 1-12

In quel tempo. Il Signore Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno.

 

Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.

 

Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.

 

 

Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

 

 

Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

#sedutiInCattedra #fardelloPesante #èVeroPerNoi? #disagioEConversione

Ci siamo anche noi in quelle folle e in quei discepoli e forse non poche volte anche noi siamo “seduti sulla cattedra”: catechisti, animatori dei gruppi di ascolto della Parola di Dio o, comunque, annunciatori della Parola.
E anche subiamo la tentazione di fare della Parola di Dio un feticcio, caricando sulle spalle degli altri un “fardello pesante”, e non un luogo di comunione con Dio e con i fratelli e dimenticando che Colui che parla non sono io, ma lo Spirito di Dio incarnato in Gesù.

Dicono e non fanno”. Questa è la seconda tentazione: perché la vera difficoltà di colui o colei che spiega il vangelo è che si trova sempre in contraddizione con quello che fa nella vita.

Ma forse anche questo disagio è un bene perché ci richiama al fatto che siamo sempre chiamati ad una conversione costante e personale. Perché se tocca a noi stessi fare la cosa che spieghiamo allora ci accorgiamo che non possiamo imbrogliare molto e dobbiamo chiederci se per noi è cosa vera o
falsa.

Preghiera
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

(dal Salmo 23)

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